Alpi Apuane, un’idea per farle stare nel salotto di casa e non solo

Un dipinto? Una foto? Un ricamo? Oppure una mappa particolare? No no, pensate più… tridimensionale

Durante una consueta analisi social; no non è vero, stavamo ca**eggiando su Instagram e ci siamo imbattuti in una storia condivisa dal profilo Apuanelovers che ha attirato la nostra attenzione. Nel video si vedeva parte di un modello 3D composto da più moduli che sembrava avere la forma di una montagna e tra gli # ce n’era uno che recitava #Apuane3D.

Subito si accende una spia. La spia di quando ti rendi conto di essere davanti a qualcosa di non comune. La stessa che ci ha sempre permesso di scovare le ottime idee di tanti giovani e meno giovani, ragazzi e ragazze, che hanno messo la loro competenza, intraprendenza, capacità al servizio del territorio. E anche stavolta non ci sbagliavamo, perché oggi vi parliamo di uno dei progetti più avveniristici che la Garfagnana e in particolar modo le Alpi Apuane abbiano mai visto.

Le montagne tra le mani

Ci siamo quindi messi in contatto con Donatella Balloni, designer originaria di Antona, un piccolo borgo abbarbicato sul versante versiliese delle Apuane, che da oltre 1 anno si dedica con le proprie forze e risorse a un progetto che in fatto di promozione ha un potenziale altissimo. Quando si parla di esportare il territorio digitalmente, infatti, si pensa subito ai vari contenuti multimediali (foto/video) capaci di dare all’utente un’idea della zona a cui si interessa, integrando il tutto con le classiche informazioni scritte, tracciati gps e altro.

Per quanto, però, le tecnologie siamo costantemente in crescita e la qualità di foto e video odierna ineccepibile, non è proprio semplice dare la percezione di un ambiente in modo digitale, anzi. Nulla può sostituire un’esperienza diretta, vero, ma ci si può andare vicini ed è qui che la tecnologia 3D entra in scena.

Cos’è la stampa 3D

Prima di entrare nei dettagli ci sembra giusto spiegare un po’ meglio il concetto di stampa 3D. Nota anche come fabbricazione additiva, è esattamente l’opposto del sistema tradizionale di produzione degli oggetti. Invece di lavorare o “sottrarre” materiale per dare forma a un oggetto come uno scultore quando elimina l’argilla, la stampa 3D crea mediante sovrapposizione di strati.

 

Gli ingegneri e i designer caricano un file digitale (CAD) su una stampante 3D che produce un oggetto solido tridimensionale. Le termoplastiche sono i materiali più utilizzati, ma la tecnologia consente di adoperare anche fotopolimeri, resine epossidiche, metalli e tanto altro. Con questo video potrete approfondire l’argomento.

La svolta

Interagendo con un modello in scala di un complesso montano, una vallata, o perché no, una città è possibile elaborare profondità, prospettive, rilievi, pendenze e tutto quello che solo il nostro occhio in un’esperienza diretta può percepire, con buona pace di foto e video. Ma concretizzare un progetto del genere significherebbe aprire altre opportunità che vanno oltre la promozione del territorio.

Le applicazioni in campo didattico (di cui abbiamo già spiegato l’importanza in questo articolo) sarebbero innumerevoli e con l’intera catena stampata si potrebbe dare modo ai più giovani di rendersi conto di cosa e come siano le vette che alcuni vedono dalla finestra di casa. Si potrebbe spiegare in modo molto più coinvolgente e pratico una serie di tematiche che vanno dall’ambiente al turismo, dalla cultura alle dinamiche sociali e

Unico in tutta Italia

Donatella ci ha spiegato che in Italia c’è solo un’altra realtà che si è gettata in un progetto simile e sono i ragazzi di Territoriotipo. Loro si occupano della realizzazione di modelli in stampa 3D dei principali gruppi alpini delle Dolomiti. A questo punto, quindi,  vi consigliamo di dare un’occhiata al sito per avere un’idea del lavoro di Donatella. 

Ci sono vari complessi o singole vette e tutte possono essere stampate in diverse misure. La cosa che renderà davvero unico questo progetto, però, è il fatto che ogni montagna sarà composta da piccoli moduli da assemblare come un puzzle 3D. “Siamo partiti con il Pizzo d’Uccello – spiega Donatella -, proseguiremo con il Pizzo delle Caranche (conosciuto come il Pisanino), la Tambura, il Forato, il Sagro, il Sumbra, l’Altissimo, il gruppo della Pania e il Procinto e cosí via…”.

Il progetto si sviluppa in 3 soluzioni per 3 tipologie di utenza iniziale differente:

  • Puzzle Bambini 3/7 (commercialmente puzzle5000)

Sono moduli di 16×16 composti da 28 pezzi di puzzle estrusi cd formella, ogni formella rappresenta una piccola parte delle Apuane, sono partita dal Pizzo d’Uccello e Pizzo delle Caranche (Pisanino). Parlando di numeri, verranno realizzati circa 5000 piccoli pezzi di puzzle estrusi per formare tutta la catena apuana. Parlo di estrusione perchè i pezzi sono alti e ben maneggiabili con una superficie più adatta per i bambini che abbiamo notato, durante i test, essere ingenuamente prepotenti nell’assemblaggio. Superfici lisce e riconoscibili.

  • Puzzle Bambini 7 anni in su (commercialmente puzzle100)

Formato da 100 pezzi di puzzle estrusi in base bianca. L’utente può tracciare a pennarello i percorsi fatti, segnare i rifugi visitati e inserire una bandierina, un puntino, un accessorio ancora in sviluppo per indicare le vette raggiunte. Offriamo anche 3 modalità di pittura differente (basic, medium, premium) per accontentare tutti i portafogli. Potrà essere parzialmente o totalmente dipinta. Stiamo lavorando a 4 cromie differenti che rispettano i colori e le texture delle 4 stagioni apuane.

  • Puzzle collezionisti/GAE (commercialmente puzzle a formelle)

54 formelle da accostare, incorniciare, colorare per formare tutta la catena apuana. Da appendere come quadro, curiamo anche le cornici o da tenere su un tavolo. Di base bianca o grigia può essere colorata dal nostro pittore di diorami e non solo. L’utente può tracciare i percorsi fatti, segnare i rifugi visitati e inserire una bandierina, un puntino, un accessorio ancora in sviluppo per indicare le vette raggiunte.

  • Puzzle Istituzioni/scuole/musei

Il progetto più ambizioso è quello di realizzare una sfera di diametro 6 (sto partendo da un diametro molto inferiore come prototipo) di sole catene montuose, come un Google Earth tutto a puzzle. Ovviamente al momento, rilasciamo le Apuane, gli Appennini, le Alpi e tutte le montagne che si uniscono “alle nostre”. Il 3D puzzle Apuan Alps, infatti nasce dalle Apuane ma si estende in tutto il mondo.

  • Rispetto ambientale

Realizziamo i modelli in PLA, un materiale ricavato dall’amido di mais. Utilizziamo le bobine bianche e grigie che abbiamo in casa fino a esaurimento, unendo bianchi o grigi differenti per non creare spreco. Realizziamo una produzione su richiesta e non a catena per non avere scarti di produzione.

Miniature per dare spazio a tutti

Tutti, vuol dire inclusione totale come abbiamo potuto dimostrare portando il puzzle al Museo Statale Tattile Omero di Ancona, dove i fondatori Aldo Grassini e la moglie Daniela Botteghini, dopo aver sentito e capito le nostre Apuane toccando tutti i pezzi e le loro superfici unite distinguendo perfettamente le valli, le vette, le pianure, hanno commissionato una porzione dei loro Appennini in 100 pezzi di puzzle 3D and more.

Per il puzzle 5000 dei bambini dai 3 anni ai 7 verranno coinvolti degli artisti locali di ogni età che interpreteranno un singolo pezzettino che andrà a comporre il puzzle di una vetta. Questo per dare vita ad un progetto locale a 360 gradi, per “gridare” educatamente e didatticamente che le nostre Apuane sono veramente per tutti. Stiamo cercando di creare i “primi giochi Apuani”, primi giochi educativi in 3D che aiutano ad ascoltare i paesaggi naturali e a sollecitare dolcemente i sensi per leggerne i materiali, come le rocce dalle finiture più differenti e i colori contrastanti.

“Anche quel “tricktick” dell’incastro – spiega Donatella – voglio che ricordi il suono delle rocce che cadono quando le capre smuovono il terreno, quel terreno ad oggi creato in gran parte da larghi ravaneti, ricordando a tutti di mettere il caschetto durante alcune escursioni e di non improvvisarsi scalatori perché le “nostre” Apuane, belle quanto sono, nascondono trappole naturali da non sottovalutare”. 3D Apuan Alps é un percorso divertente ed istruttivo in continua crescita ed evoluzione che spero, in molti, potranno percorrere insieme a noi per proteggere e salvare ciò che abbiamo oggi, lasciandole vive e sempre presenti a chi verrà domani.

Chi è Donatella

Sono Industrial designer con alcune specializzazioni curate durante la mia carriera italiana ed estera. Il mercato del lavoro mi definisce UX/UI designer e CMF design, tanti acronimi per indicare una professione che progetta e disegna l’esperienza d’uso (User Experince designer) cercando di rendere e di garantire tale esperienza, facile e memorabile all’utente finale attraverso analisi di mercato e indagini del target di riferimento. Il CMF design, invece, acronimo di progettazione dei Colori, dei Materiali e delle Finiture favorisce la scelta e l’uso del prodotto finale per l’utente attraverso una corretta applicazione dei suoi colori, dei materiali e delle sue finiture. Esempio pratico è l’interno e l’esterno di un’ automobile, dalla verniciatura esterna della carrozzeria ai cerchioni, ai ricami del sedile interno, alla dashboard del cockpit e al riconoscimento dei comandi e al loro utilizzo.

Negli anni ho maturato diverse esperienze di CMF design in settori differenti, dalla progettazione di prodotti per il fitness in Technogym, al consumer electronics in Philips, all’automobile per Alcantara, motivo per il quale insegno al Politecnico di Milano, il modulo Colour & Trim, al Master di design del Trasporto dove aiuto gli studenti come ricercare e applicare il CMF per le auto del futuro. La mission, per me, è una sola in tutti i progetti ideati, realizzati e in via di sviluppo: portare consapevolezza di un territorio unico al mondo per conformazione geologica, floristica e faunistica soprattutto ai più giovani, futuri fruitori di un domani, per renderli maggiormente consapevoli e rispettosi verso un luogo da proteggere e da amare incondizionatamente.

Un piccolo sogno nel cassetto

Sicuramente ci sarebbe bisogno di più spazio per parlare di questo, ma vogliamo provare a raccontarvi di un piccolo progetto che avremmo in mente da tanto. La chiamiamo “Garfagnana in miniatura” e come si può intuire l’idea arriva dalla ben più celebre installazione della riviera riminese (Italia in Miniatura). Si tratterebbe di uno spazio, all’interno di un futuristico centro visitatori a Castelnuovo, che, oltre a fare da attrazione, servirebbe al turista per godersi in maniera alternativa e più stimolante il territorio.

 

Con questa ci sarebbe sempre la possibilità di scoprire a livello fisico la morfologia delle varie zone; basti pensare al poter vedere l’arco di roccia del Monte Forato da un modello in scala e sempre questo potrebbe essere usato per raccogliere i punti di maggior interesse, spiegare fenomeni climatici, la stessa orogenesi delle Apuane e ancora altro grazie all’impiego di tecnologie come il video mapping (qui un esempio), per simulare nel dettaglio le stagioni o addirittura attività da praticare. Diciamo che questa è una nota su cui magari torneremo più avanti, ma ci interessava parlarne per farvi capire le innumerevoli applicazioni dell’idea di Donatella e questa tecnologia.

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