In Toscana c’è un borgo che è una finestra sul passato del mondo. Sassorosso in Garfagnana vi aspetta per raccontare una storia millenaria e non solo.
Abbarbicato ai piedi della Pania di Corfino c’è uno dei borghi più caratteristici della Garfagnana. Sossorosso, con la sua vista impareggiabile su Apuane e Appennino, è una finestra sul territorio più unica che rara. Immerso nella natura incontaminata del parco dell’Appennino è il luogo ideale per praticare tante attività immersi nel verde dei boschi e delle radure circostanti.
Ma è “scavando” oltre quello che si vede che si entra in contatto con un’altra dimensione. Sassorosso, infatti, custodisce dei tesori archeologici che ci riportano indietro fino a prima dei dinosauri. Queste testimonianze fossili ci raccontano la storia di questo territorio quando l’uomo non era ancora apparso sulla terra. Godetevi il nostro ultimo video per scoprire questo borgo come mai prima d’ora.
Borgo, natura e attività
Sassorosso conta circa 70 abitanti e per raggiungerlo bisogna seguire la SP 72 in direzione Passo delle Radici. Sulla strada, partendo da Castelnuovo, ci sono altri borghi che meritano attenzione, come Castiglione e Massasassorosso, il pase d’origine di Astor Piazzolla (guarda il video dedicato QUI). Sassorosso prende il nome dal colore della roccia che da anni si estrae nei dintorni del paese e con cui sono stati edificati gran parte degli edifici.
La sua posizione strategica consente di raggiungere il cuore del Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano in pochi minuti e sempre da qui si può partire per escursioni in bici o a piedi alla scoperta della natura incontaminata che circonda questa perla. Alle spalle dell’abitato, invece, gli appassionati di arrampicata troveranno pane per i loro denti, con le tante falesie e pareti di roccia chiodate e pronte per essere arrampicate.
Una finestra sul passato
Sassorosso custodisce la storia che per milioni di anni ha trasformato questo territorio fino a farlo diventare come lo vediamo oggi. Il rosso ammonitico, questo il nome della roccia color rosso o rosato che caratterizza l’abitato, è ciò che resta di un fondale oceanico formatosi circa 400 milioni di anni fa. Al suo interno questa roccia calcarea ha conservato le forme di vita presenti all’epoca nelle acque oceaniche.
Per tutto il paese, infatti, è possibile rinvenire ammoniti fossili. Si trovano incastonate nelle lastre dei cortili o nelle pietre delle pareti, ma non solo. Avventurandosi per i sentieri che circondano il borgo si possono trovare, con un po’ di pazienza, nelle rocce dei ravaneti (zone dove si concentrano gli scarti delle cave). Ci teniamo a dire che questi reperti non sono souvenir da depredare, bensì testimonianze della storia che questo territorio ha vissuto e che tutti dovrebbero poter vedere con i propri occhi. Invitiamo quindi al massimo rispetto nei confronti dell’ambiente.
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