I 100 luoghi dove si genera più ricchezza dal turismo in Italia. Garfagnana dove sei? 🙁

Nella lista che annovera, ovviamente, pesi massimi come Roma, Milano e Venezia, c’è anche spazio per centri più piccoli o poco più grandi di Castelnuovo Garfagnana.

Ok ok, mettetevi comodi e concentratevi più che potete, perché questa non è la solita storia carina che vi raccontiamo ogni tanto. Da poco, infatti, sono usciti i dati in merito alle 100 località italiane che hanno generato più ricchezza (valore aggiunto) dal turismo nel 2022.

Lo studio, a cura di Sociometrica.it, si basa su dati Istat e prende in esame le comunità più virtuose dell’industria dell’ospitalità. Sorprendentemente (o no, vedete voi) nessuno dei nostri comuni compare nella top 100. Vediamo di capirci qualcosa.  

Una buona notizia per tutto il paese

A quanto pare i numeri dicono che il 2022 ha visto, quasi, il livello di turismo raggiunto nel 2019 (pre pandemia). C’è ancora un gap considerevole, ma secondo le stime il 2022 vedrà dal turismo un valore aggiunto (ovvero l’indotto generato dall’economia dell’accoglienza) di quasi 90 miliardi di euro. 

Circa 10 in meno rispetto al 2019, mentre se si parla di persone il paragone è tra le 436.739.271 presenze del 2019 e le 389.411.691 del 2022 (+ 100 milioni circa rispetto al 2021).  

Come funziona la statistica

In Italia ci sono 8.092 comuni, ma di questi l’Istat ne considera come turistici (cioè che abbiano un minimo di ospitalità imprenditoriale) 3.390, il 41,9 % del totale (QUI il link per vedere l’elenco Excel).

Quasi 1 comune su due, quindi, è considerato turistico e le stime sono state fatte sui primi 500 comuni che rappresentano l’83% delle presenze turistiche. Questa scelta elimina alcune anomalie statistiche che si registrano quando si tratta di comuni con appena una minima traccia di presenze turistiche.

I “Davide” del turismo in Italia

Per comodità non li prenderemo tutti in esame e ci concentreremo su quelli più “isolati” o lontani dai grandi centri, solo per fare un esempio pratico di come non ci sia bisogno di essere grandi per generare grandi “profitti”. 

 

  • Andalo: (visitato durante lo speciale sul turismo in Trentino che potete vedere cliccando QUI) conta poco più di 1.000 abitanti e punta molto sul turismo invernale, generando (2022) 77.000 presenze procapite.
  • Vieste: (13.000 abitanti) è situato nell’estremo nord-est della costa pugliese, lontano dai centri più grandi e conosciuti e nel 2022 il valore aggiunto dal turismo si attesta a   403.621.944 euro.
  • Castelrotto: (6.580 abitanti) a est di Bolzano nel cuore delle Dolomiti Orientali, questo piccolo centro si porta a casa 304.458.244 euro di valore derivante dall’accoglienza.
  • Grado: (7.100 abitanti) si affaccia sul mar Adriatico lontano da Venezia e Trieste, ma ciò non gli impedisce di mettere nelle casse della comunità locale 270.533.488 euro di “guadagno”.
  • Pinzolo: (3.140 abitanti) chiuso tra Brenta e Adamello questo piccolo comune genera nel 2022 un valore di 198.685.699 euro.
  • San Vincenzo: (6.124 abitanti) località della costa livornese che punta sul turismo balneare fa segnare 260.893.313 euro di introiti dall’accoglienza.

Ecco perché non c’è la Garfalandia

Come visto, quindi, non sarebbe mai possibile vedere la Garfagnana all’interno della lista, perché l’area a cui il nome fa riferimento è un territorio, non un comune. Questo, però, è solo il motivo tecnico per cui non ci siamo, non una giustificazione valida.

Come abbiamo visto nel precedente passaggio, infatti, all’interno della lista figurano centri immancabili: come Milano, Roma, Venezia e Napoli, ma oltre a questi compaiono anche piccoli, piccolissimi comuni. Comuni che approfittano, sì, del territorio in cui sono inseriti, ma negli anni si sono impegnati per costruire un modello economico capace di basarsi sul turismo e sulle attività praticabili in quelle zone.

Questo per dire che non sono dentro la lista per caso o per fortuna, bensì grazie agli sforzi di enti e organi amministrativi locali, che hanno fornito alle comunità una base di domanda da soddisfare e i presupposti per creare, con il tempo, un’offerta sempre più competitiva. 

Eppure siamo circondati

Scorrendo la lista è facile rendersi conto che geograficamente ci troviamo nel “cerchio d’oro” del turismo, visto che ci sono parecchie località vicino a noi che compaiono sulla lista. Parliamo di Firenze (4°), con quasi 3.000 turisti per abitante e un valore aggiunto di circa 3 miliardi di euro. Pisa (27°) con le sue 2.069 presenze per abitante e 432 milioni di euro di introiti turistici. Montecatini Terme, che “incassa” 303.916.618 euro. Viareggio (50°) a quota 303.916.618 euro di “incassi”. Lucca (57°), non molto distante, con 266.931.817 euro generati dalla presenze turistiche. Camaiore (83°) segue con 216.884.181 euro e chiude Massa (94°) con 198.361.133 euro. 

In giallo sono evidenziati i comuni toscani più vicini a noi che compaiono nella lista. Questo per dare un’idea migliore di come la nostra posizione sia strategica in tal senso.

50, 70, massimo 100 i chilometri che ci separano da questi centri pullulanti di presenze e quindi delle opportunità per deviare il flusso o riuscire a inserirsi in un virtuale e virtuoso circuito turistico. Nonostante ciò, la situazione vede ancora il territorio contare sul picco di presenze estivo per poi assopirsi nel letargo autunno-invernale fino al ritorno della bella stagione. 

Allora cosa ci manca?

Abbiamo a due passi alcune delle località maggiormente interessate dal flusso turistico nazionale, letteralmente accanto casa. Abbiamo delle montagne praticamente introvabili nella regione o in questa parte di Italia (Apuane), che si affacciano sul mare. Poi ci sono tutte le altre meraviglie naturali (fiumi, laghi, boschi, parchi naturali, l’Appennino ecc) che offrono ognuna una possibilità per il turismo esperienziale. Borghi, rocche, fortezze di pregevole valore storico-culturale e una gastronomia da passare giorni a tavola.

Sui 15 comuni presenti in Garfagnana, solo 6 rientrano nei 3.390 presi in considerazione, da cui si è arrivati poi alla classifica top 100. Di questi 15, 9 non sono annoverati in una categoria turistica specifica. I restanti 6 hanno come categoria turistica presente l’ambito culturale o montano.

Non solo, l’offerta che c’è (ma qui sarebbe meglio usare il condizionale) sui nostri oltre 500 km², non avrebbe problemi a dare la possibilità a uno dei comuni presenti di figurare nella lista.
Saremo sinceri, non abbiamo la risposta vera alla domanda del paragrafo. Abbiamo la nostra idea, ognuno può avere la sua e forse proprio questo potrebbe essere un punto da cui partire. Chiedersi: “perché la Garfagnana con uno dei suoi comuni non riesce a classificarsi?”. Va bene così? Tutto nella norma? Si può fare qualcosa? Meditiamo gente, meditiamo.   

Il passaggio più significativo

Consigliamo a tutti di leggere il documento che trovate al link qui sotto, ma la parte che ci ha colpito di più e che, se possiamo permetterci, descrive al meglio la situazione del nostro territorio è la seguente. 

“C’è un numero elevatissimo di comuni (alcune centinaia), soprattutto montani, che non avrebbero un reddito sufficiente a garantire un buon livello di vita collettiva se non ci fosse un’offerta di ospitalità organizzata, anzi sarebbero destinati a spopolarsi, come accade per comuni montani dove, invece, il fenomeno turistico non si manifesta.” 

Fonti: https://www.sociometrica.it/sites/default/files/Report_ranking_valore_aggiunto_comuni_turistici_0.pdf

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