Sagra delle CRISCIOLETTE: una piccola grande storia

Non basterebbe un documentario, un libro (già scritto) per raccontare tutto quello che c’è dietro a una criscioletta

Noi ci abbiamo provato così, con un contenuto che si prende sul serio, certo, ma leggero, fruibile, adatto agli standard richiesti dai social e dal loro pubblico al giorno d’oggi. Manca molto della storia che questo prodotto, ben prima del 1969 (anno della prima sagra), ha visto e potrebbe raccontare se parlasse, ma siamo certi che già questa semplice narrazione basti per rendere giustizia a un alimento che ha sfamato generazioni.

E proprio le generazioni che si alternano nel video sono le protagoniste della nostra narrazione. Guardiane di una tradizione che le ha viste soffrire e gioire, dagli anni della Guerra fino ai giorni nostri, sempre a fianco, anzi, affiancate da queste crisciolette che, a tratti, fanno fatica a spiegare a chi chiede “cos’è una criscioletta?”. Come biasimarli? Del resto, per certi versi, sarebbe un po’ come rispondere alla domanda “cos’è un figlio?”.

Oggi che la sagra si svolge a cavallo tra luglio e agosto i ragazzi la associano all’estate, al clima di festa, agli amici che tornano dall’estero per le vacanze e l’atmosfera di spensieratezza pervade il paese durante queste serate, ma non è sempre stato così.

La criscioletta ha origini umili e nasce dal disperato bisogno di sostentarsi in periodi difficili. La ricetta povera e gli ingredienti che potevano essere reperiti con relativa facilità ne facevano un pasto completo e semplice da preparare. Torneremo su questo tema in altre occasioni, ma, tutto sommato, c’è da dire che a Cascio non se la passessero così male in quegli anni (’40), sopratutto se si pensa al fatto che in Italia, nello stesso periodo, c’era chi correva dietro ai gatti per non morire di fame.

Da questo punto di vista, quindi, potrebbe essere interpretata come un vero e proprio eroe, che con la sua semplicità ha salvato, o per lo meno contribuito a far progredire, una realtà che negli anni successivi si sarebbe dimostrata sempre più viva e fiorente. L’intraprendenza nel dopoguerra, infatti, porterà i cascerotti a isitituire, nel 1969, la prima sagra, che da lì raggingerà le 50 edizioni, spostandosi dal paese, al “campaccio” (oggi campo sportivo del paese) per poi fare ritorno tra le mura del borgo.

Borgo che, alla stregua degli abitanti, dovrebbe ringraziare la stessa festa, visto che nel corso degli anni gli incassi sono continuamente stati investiti per ristrutturare e migliorare le condizioni di alcune strutture o anche costruirne di nuove. Si può dire infatti che, al giorno d’oggi, Cascio si attesta come uno dei paesi più curati della Garfagnana.

La criscioletta, poi, è riuscita anche a superare i confini dell’abitato arrivando fino a Firenze, dove “fa del bene” grazie alla donazione che tutti gli anni l’associazione compie in favore dell’ospedale pediatrico Meyer. A Milano, invece, nel 2015 si è ritagliata uno spazio tra i padiglioni dell’Expo. Mica male.

 

Come anticipato, quest’anno, per ovvi motivi, la manifestazione non si è svolta ed è per questo che siamo intervenuti creando un contenuto capace di inquadrare per bene una parte del percorso di questa festa e raggiungere quante più persone possibile, per dare un assaggio virtuale dell’incessante lavoro che a Cascio va avanti da decadi.

Le crisicolette torneranno, state tranquilli, nel frattempo godetevi il video.

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