Erzberg Rodeo, Romaniacs, Extreme XL Lagares e altro ancora. Queste le gare a cui si sarebbe affiancata la tappa garfagnina del “FIM Hard Enduro World Championship”
E cos’è il FIM Hard Enduro World Championship? Direte voi. Domanda più che legittima, visto che tra l’altro si tratta di un “nuovo” ramo all’interno delle competizioni motociclistiche FIM. Dopo anni di vita sotto il nome di WESS (World Enduro Super Series), infatti, dal 2021 questa specialità apre le porte a professionisti e amatori, all’interno di un campionato composto da 8 appuntamenti e inserito a tutti gli effetti nel calendario delle competizioni marchiate FIM.
La specialità consiste in un format di gara che vede i piloti e le moto impegnati in manovre e percorsi più vicini a quelli del trial che alle classiche linee e fettucciati. Qui fanno la differenza gli specialisti che nel corso degli anni hanno affinato mezzi e tecnica per essere efficaci in situazioni dove molti di noi faticano anche a passare a piedi. La nostra zona, per qualche anno, è stata a contatto diretto con questo circus, che al tempo rispondeva al nome di Hell’s Gate.
Le potenzialità
Proprio dall’Hell’s Gate vogliamo ripartire, visto che già in quel contesto era possibile avere un’idea chiara del ritorno d’immagine a cui è sottoposto il territorio durante una manifestazione del genere. Oltre al numero di persone che raggiungono fisicamente il luogo (anche 100 solo i piloti), c’è da considerare la caratura dei primi e dei media che li seguono nelle loro avventure. A coprire l’evento pensato nei primi anni 2000 da Fabio Fasola, infatti, assieme al gran numero di testate di settore c’era anche RedBull TV, realtà che non ha di certo bisogno di presentazioni.
Per esempio, date un’occhiata ai servizi sulla gara di questo canale specializzata nel mondo degli sport estremi. Non ci vuole molto a capire la portata e il ritorno in termini di visibilità sul territorio. E se ci immaginiamo una possibile cooperazione di una società come la nostra, per la creazione di contenuti ancora di più concentrati sul promuovere la zona, si fa presto a capire che un evento del genere sarebbe una boccata di ossigeno per la promozione. Oltre al fatto che aprirebbe le porte a svariate potenzialità che ruotano attorno al settore del turismo esperienziale.
La vicenda
Abbiamo paraltro della possibile presenza della Garfagnana, in particolare del comune di Gallicano, all’interno del calendario 2021 della specialità con Michele Bosi, atleta che milita come professionista in questa disciplina da anni e che ha già conseguito risultati di rilievo. Michele ci ha raccontato di aver inizialmente cercato di gettare le basi per l’organizzazione della gara sul nostro territorio, con la piena approvazione del comune sopra citato.
Il titolare di Bosi Off Road Srl ci ha detto che la problematica più grande in cui si è imbattuto non è stata l’individuazione dei percorsi o in generale la creazione del tracciato, bensì il fatto che questo, bene o male, attraversasse un alto numero di proprietà private. Da qui, in breve, la scelta di spostarsi all’Abetone, dove la gara attraverserà solo 2 proprietà di soggetti che, a quanto pare, hanno ben chiaro i vantaggi che porterà questo evento, soprattutto una volta usciti dalla situazione che stiamo vivendo adesso.
Limiti, considerazioni e stimoli
Michele si è detto dispiaciuto di non essere riuscito a mettere in piedi una manifestazione così inportante a due passi da casa sua (Barga), ma con tanta burocrazia davanti e la gara a pochi mesi di distanza sarebbe diventata un’impresa. Peccato diciamo noi, per quanto esposto nel primo paragrafo. Un’occasione che se ne va (speriamo solo per questo anno) e che ci fa riflettere su alcuni limiti del territorio quando si trova davanti a opportunità tanto ghiotte.
Senza prendere in considerazione le sterili polemiche ambientaliste di chi si lamenta per un giorno di gara quando magari in casa si scalda con il gasolio, ci sentiamo di dire che uno dei punti su cui le istituzioni dovrebbero concentrarsi maggiormente è la sensibilizzazione dei cittadini su temi come questo e arrivare a intese capaci di smaltire, velocizzare e snellire gli iter organizzativi in situazioni simili. Crediamo inoltre che il territorio abbia da guadagnarci anche sotto l’aspetto pratico.
In un frangente del genere non è inverosimile pensare che il bosco (che di recente ha dimostrato di essere stato lasciato parecchio a sé stesso) avrebbe avuto bisogno di una sistemata e una volta finita la gara non sarebbe una cattiva idea provare ad impiegare il percorso creato per i tuor in e-bike, cavallo o moto alla scoperta delle frazioni di Gallicano o Fabbriche di Vergemoli. E da qui arriva la nostra richiesta alle istituzioni di lavorare preventivamente a progetti di questo genere, per dare la possibilità ai privati tanto volenterosi, come Michele, di portare sul territorio eventi importanti per il benessere di un’intera comunità.
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