Gran finale con uno degli alimenti più salutari e genuini del territorio che popola i corsi d’acqua nostrani, la trota

Fario o iridea non importa, se è nata e cresciuta in uno dei nostri torrenti questo pesce saprà sicuramente soddisfarvi una volta nel piatto. La trota è uno dei rappresentanti dell’ittiofauna locale più famoso e negli ultimi anni si sta ritagliando un ruolo da protagonista sulle tavole del territorio e non solo. La sua carne incredibilimente ricca di sostanze importanti per l’organismo offre un apporto calorico molto più basso di quella del salmone ed grazie agli allevamenti (di tipo non intensivo) è disponibile durante tutto l’anno.

Proprio lei è la protagonista di questa terza puntata di Garfagnana da Gustare “Summer Edition”, dove lo chef Alessandro Pineschi, del nostro partner ristorante “Al Teatro” di Castelnuovo di Garfagnana, ci farà scoprire una ricetta nuova per gustarsi un filetto e non sprecare un grammo di questo prezioso ingrediente.

La ricetta

Come accennato non dovrete armarvi di canna e lenza per reperire la materia prima, la trota è un alimento ormai diffuso nella zona e non solo e trovarla è semplice. Se siete abituati alla vecchia maniera e volete tutta la soddisfazione vi diciamo che nei torrenti e nei laghi della zona è facilissimo pescare tutte le trote che volete. Questa ricetta prevede di sfilettare il pesce e separare la pelle dalla carne. La prima verrà fritta nell’olio dopo esser stata essiccata, per dar vita a delle chips croccanti da aggiungere al piatto e controbilanciare la tenerezza del filetto che sarà scottato in padella da un solo lato.

In seguito, o contemporaneamente se siete bravi, ci dedicheremo alla preparazione di una maionese con aceto di mele per dare una nota di acidità al piatto. Una volta ultimata la cottura del pesce si passa all’impiattamento, dove andremo ad includere anche le erbe aromatiche e il lampone, per aggiungere un tocco di dolcezza al piatto.

La trota

La Garfagnana è da sempre ricchissima di questo pesce, che popola laghi e fiumi di tutto il territorio. Nonostante questo, la trota garfagnina viene apprezzata molto di più all’esterno del territorio, a differenza di luoghi come il Trentino dove si è saputo valorizzare, promuovere e inserire nella dieta locale un prodotto quale la trota del fiume che attraversa tutta la regione. Il cambiamento, però, è in atto anche qui in Toscana, soprattutto grazie ad alcune realtà.

La presenza di allevamenti ittici con lo scopo di evitare l’estinzione e offrire trote di qualità a costi contenuti in ogni momento dell’anno ha reso la Garfagnana uno dei punti di riferimento per l’allevamento di questo pesce. Tra i fattori che hanno contribuito è giusto citare la presenza di importanti corsi d’acqua, l’assenza di inquinamenti industriali, la limitata presenza di centri urbani, un buon sistema di depurazione e un ottimo ricambio idrico.

Quando si dice bistecca di certo è facile andare con la testa verso altre zone della Toscana, eppure il territorio sa offrire il suo se si parla di questo genere di carni

Benvenuti in questa seconda puntata dell’edizione estiva di Garfagnana da Gustare. Alessandro Pineschi del ristorante “Al Teatro” di Castelnuovo di Garfagnana stavolta ci propone la regina della tavola quando si parla di carne, la bistecca. Si tratta di certo di uno dei piatti più diffusi nella ristorazione e di un vero e proprio vanto per la cucina toscana.

Per antonomasia si fa quasi sempre riferimento alla fiorentina parlando di questo taglio, ma ovviamente esistono più varianti, lavorazioni, preparazioni e razze da cui ricavare questo genere alimentare. La Garfagnana è sicuramente più famosa per altri prodotti, ma gli allevamenti presenti sul territorio, anche se non riescono ad offrire grandi quantità come produzione, puntano su un percoso di qualità che rende questa parte di animale altrettanto valida.

La ricetta

Per la preparazione dovrete recuperare un taglio come questo. Abbiamo accennato al fatto che esistono diverse qualità e ognuna ha le sue esigenze quando si parla di cottura, per cui se non volete sbagliare e seguire la ricetta del video il consiglio è di optare per un taglio classico. Come contorno niente insalatina, ma per l’occasione abbiamo optato per una trito di goletta e patate cotto sotto la cenere. Anche in questo caso abbiamo aggiunto erbe aromatiche come salvia e rosmarino. Non ci sono troppe procedure, si prende la carte e si stende sulla griglia lasciandola per il tempo necessario a raggiungere la cottura che ognuno desidera.

Da qui si passa alla cottura sulla griglia con legna di faggio per far insaporire bene la carne. Per il contorno, invece, una volta ultimata la cottura delle patate nella carta stagnola sotto la cenere, si schiaccia la goletta con il coltelle e le erbette aromatiche. Impiattamento a scelta ed ecco pronta le nostre bistecca. Per altri idee utili vi consigliamo di guardare il video in apertura di articolo.

Il manzo in Garfagnana

Come altri tipi di animali anche i bovini sono stati fondamentali per la sussistenza sul territorio in tempi avversi.  Una delle lavorazioni più famose a cui è accostata questa carne è quella “in pozza”. Il carpaccio garfagnino assume questo nome in quanto viene tagliato in pezzi e messo in una sorta di conca (la “pozza”) che contiene una salamoia naturale fatta di sale, erbe aromatiche di montagna unite a spezie selezionate.

Questo prodotto a base di carne di coscia, parte pregiata della spalla e lombata è legato alla tradizione in quanto un tempo non esistevano metodi di conservazione come il frigorifero. Pertanto le parti di manzo erano conservate in vasche di pietra in salamoia. Questo prodotto tradizionalmente servito come antipasto o secondo piatto.

Costine rivisitate sulla griglia per una seconda portata originale e gustosa

Benvenuti in questa prima puntata dell’edizione estiva di Garfagnana da Gustare che giunge così alla sua seconda edizione. Alessandro Pineschi del ristorante “Al Teatro” di Castelnuovo di Garfagnana ha pensato a una ricetta per interpretare in modo diverso le costine di maiale, uno dei piatti più diffusi ricavati con la carne di questo animale.

Animale che è molto importante dal punto di vista storico-alimentare, se così si può dire, visto che è stato uno dei mezzi di sussistenza prinipali durante i periodi più duri vissuti dal territorio, come la seconda guerra mondiale.

La ricetta

Per la preparazione avrete bisogno del taglio in questione, mentre come accompagnamento abbiamo scelto delle cipolline fresche direttamente dall’orto dell’azienda agricola La Betulla a pochi passi di distanza. Da aggiungere ci sono erbe aromatiche come salvia e rosmarino. La differenza rispetto a una classica rosticciana è l’andare a lavorare le costine in senso longitudinale, scoprendo l’osso e arrotolando la carne nella parte inferiore, che sarà poi legata con uno spago da cucina.

Da qui si passa alla cottura sulla griglia con legna di faggio per far insaporire bene la carne. Per il contorno, invece, utilizziamo le cipolline, che cuoceremo in una lionese direttamente sulla griglia con una noce di burro. L’idea è quella di renderle croccanti da una parte e lasciare il resto più morbido. Impiattamento a scelta ed ecco pronte le nostre costine. Per altri consigli vi consigliamo di guardare il video in apertura di articolo.

Il maiale

Negli anni passati in Garfagnana il maiale è stato una sorta di fede. Non c’era famiglia che non ne allevasse almeno 1 per conto proprio, sia per cirbarsene che per vedere tutto il ricavato delle sue carni. Nei tempi di magra è stato un alleato impareggiabile che ha fatto la differenza tra la vita e la morte per moltissime persone. Si trattav di un animale senza pretese dal punto di vista alimentare e allevarlo era relativamente semplice anche con i pochi mezzi presenti all’epoca.

Un approfondimento che vi consigliamo è quello redatto dal nostro Paolo Marzi, proprio sulle abitudini delle famiglie garfagnine nei confronti di questo animale, attorno al quale sembra ruotasse un vero e proprio culto. Leggi QUI.

Tra le tante attrazioni che il territorio offre per gli appassionati di turismo esperienziale una delle più celebri è il parco avventura Selva del Buffardello nel comune di San Romani in Garfagnana.

Divertimento per tutti (almeno che è alto 1 metro), grandi e piccini, all’interno di un’area dove il contatto con la natura non manca dal primo all’ultimo momento. Immerso in uno dei boschi che incorniciano il comune di San Romano in Garfagnana, infatti, c’è il parco avventura Selva del Buffardello, uno dei parchi divertimento più longevi d’Italia con i suoi 15 anni di attività.

Manuel Bini, Matteo Zanetti e Valentina Sugo sono i fondatori, gestori e adetti all’accoglienza degli ospiti e in questo contenuto vi portano alla scoperta del parco che curano e dei percorsi che offre.

La sicurezza prima di tutto

Questo parco è aperto a giovani e adulti ed è suddiviso in un’area dedicati ai piccini, ovvero i bambini che raggiungano il metro di altezza e i più grandi, dal metro e quaranta in poi. Ogni sessione parte con un briefing necessario per garantire la sicurezza dei clienti sui percosi, dove vengono spiegate tutte le procedure da seguire. Nessuno può partire a meno che gli istruttori non siano a loro volta sicuri.

La parte dei bambini prevede 3 diversi percorsi: quello giallo, dove i bambini possono prendere confidenza con i percorsi; l’arancione che li porta ad interfacciarsi con diversi tipi di passaggi; mentre il viola è quello più complesso, ma che comunque tutti riescono a superare.

Non solo percorsi

Il parco avventura Selva del Buffardello non offre solo percorsi per le categorie citate, ma anche spazi adatti al resto della famiglia, magari con bambini piccoli al seguito. Non manca, infatti, un’ampia area giochi con altalene, scivolo, box con sabbia e giochi a molla. In più ci sono anche le balance bike, le biciclettine che possono essere usate per far muovere i primi “passi” sulle due ruote.

Sempre per le famiglie c’è un’ampia area attrezzata con tavoli, panche e BBQ per trascorrere una giornata immersi nella natura dei boschi all’interno dei quali si sviluppa il parco. Il bar, invece, offre un bagno con nursery e fasciatoio dedicato ai bambini per il cambio pannolini.

Più facile e più difficile

Lo spasso arriva con i percorsi verde, blu, rosso e nero, dove potersi mettere alla prova tra carrucole, ostacoli, passaggi sospesi e salti. Le colorazioni, come per le piste da sci, denotano la difficoltà del percorso. Ognuno dei 4 è alla portata di tutti, ma i due da non prendere sotto gamba sono il rosso, che si divide in due sezioni e il nero.

Quest’ultimo richiede almeno 2 ore per essere svolto e il consiglio dell’istruttore è di non lasciarsi questo percorso come ultimo della giornata. In ogni caso potrete sempre contare sul personale che saprà assistervi e consigliarvi nei passaggi più complessi, regalandovi una giornata all’insegna della natura e del movimento, in un contesto che ha tante altre attrazione da offrire.

Torna il format dedicato alla cucina marchiato Garfagnanadream.it che insieme al ristorante Al Teatro di Castelnuovo Garfagnana è pronto a farvi venire l’acquolina

Si torna ai fornelli durante questo periodo estivo e a presentare la seconda stagione di Garfagnana da Gustare troviamo Alessandro Pineschi, chef del Ristorante “Al Teatro” a Castelnuovo di Garfagnana. Grazie a questa collaborazione abbiamo avuto la possibilità di passare in rassegna alcuni dei prodotti di maggior significato per il territorio.

Rispetto alla prima edizione si tratta di generi maggiormenti diffusi a livello nazionale e oltre, ma per il territorio questi alimenti sono stati molto importanti nel passato e per il tema promozione potrebbero essere degli ottimi elementi su cui investire. Le 3 ricette che vedrete nei prossimi episodi, oltre a raccontarvi un po’ di storia, vi permetterranno di approcciarvi a questi prodotti in modo originale.

I protagonisti

Manzo, Maiale e trota. Ecco le materie prime che vi terranno compagnia nelle prossime settimane e anche se non si tratta di prodotti tipici come il Formentone 8 File o il Farro IGP della Garfagnana, hanno tutti una valenza molto importnate in chiave passata e futura. La tradizione dei norcini (gli addetti all’allevamento e alla macellazione del maiale) in Garfagnana, infatti, si perde negli anni e questi animali, soprattutto in tempi duri come la Seconda Guerra Mondiale, hanno fatto la differenza tra la vita e la morte.

La trota, invece, è arrivata sulle tavole della ristorazione negli anni più recenti e anche da queste parti ha sempre dovuto combattere con il salmone, un pesce notoriamente più diffuso anche nel consumo domestico. Eppure la trota che vive nelle nostre acque offre lo stesso apporto di Omega 3, è meno grassa e più digeribile. La ristorazione la annovera in larga parte nei menù, ma a livello privato i dati a oggi non sono a livello degli altri due prodotti scelti per questa serie.

All’aperto

Per questo secondo appuntamento abbiamo scelto di uscire dalla classica cucina, allestendo una postazione in una location all’aperto. Cercavamo uno spot ottimo per far sì che il territorio vi tenesse compagnia durante la realizzazione delle ricette e ci siamo recati all’Alpe di Sant’Antonio, nel comune di Molazzana. Da qui si gode di un’ottima vista sulle Panie e si tratta di una zona eccezionale per tutti gli amanti del trekking.

Mettetevi comodi e godetevi il trailer in attesa dei prossimi episodi che andranno in onda nelle seguenti date:

Un grande progetto si sta concretizzando in una delle zone più incontaminate della Garfagnana. Ecco una golosa anteprima

Turismo esperienziale; è questa la parola d’ordine con cui, secondo noi, dovrebbe essere approcciata la creazione di un’offerta turistica in Garfagnana. Ed ecco perché siamo molto contenti e speranzosi nei riguardi del progetto che l’amministrazione comunale di San Romano in Garfagnana ha avviato presso il rifugio Miramonti.

Questo centro, situato in una delle parti più immerse nella natura del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, è una struttura che negli anni passati era adibita all’accoglienza di turisti, ma che nell’ultimo periodo era rimasto inutilizzato. L’interesse del comune nel ripristinare tale punto, che tra non molto sarà nuovamente disponibile per soggiornare, ha attratto l’attenzione di un altro importante player.

Avventura su due ruote

Ridgeline.bike è una realtà che si occupa di cicloturismo in Garfagnana dal 2015. Richard Williams, insieme alla moglie Sandra e il resto del team, offre tuor guidati per portare le persone nel cuore del territorio e far scoprire loro la parte più autentica di questo posto tra natura, borghi, gastronomia e altro ancora. La società lavora principalmente con clienti esteri e contribuisce ad un notevole sul territorio in termini di ritorno economico e di immagine.

Tra i grandi risultati raggiunti negli anni c’è di sicuro la collaborazione con Santa Cruz, uno dei marchi ciclistici più noti a livello mondiale, soprattutto per quel che riguarda la MTB. Di recente il brand californiano ha incluso il team di Richard e la Garfagnana all’interno del progetto “pay dirt”, che finanzierà la creazione di una serie di percorsi all’interno dell’area parco per portare l’offerta ciclistica a un nuovo livello.

Nel dettaglio

I lavori sono ancora in corso, ma per quello che abbiamo visto possiamo dire che tra non molto la Garfagnana avrà tutte le carte in regola per diventare il punto di riferimento in Toscana per la MTB. In tutto ci saranno 8 nuovi km di percorsi e trail che avranno modo di congiungersi con altri già esistenti per permettere al pubblico di girare la zona in lungo in largo alla scoperta di tutto quello che il parco e in generale il territorio hanno da offrire.

Tutto ciò potrà essere approcciato da famiglie, neofiti e anche appassionati che vogliono divertirsi in sella alle proprie bici o anche quelle che saranno messe a disposizione da Richard per il noleggio. Ci saranno e-bike, gravel e mtb da enduro tradizionali di casa Santa Cruz, per cui il meglio su piazza e dei mezzi che non potranno fare a meno di farvi innamorare di questa disciplina.

Potenzialità infinite

Richard ha un’esperienza ventennale nel mondo delle due ruote, ma come dice lui stesso: “credo che sia veramente difficile trovare un luogo con una varietà così ampia di terreni e panorami. La Garfagnana a mio avviso è un paradiso per il mondo della MTB e le occasioni per vivere il territorio a colpi di pedali sono infinite.

Il cicloturismo in questi ultimi anni sta vivendo una vera e propria età dell’oro e sono molte le possibilità per creare un indotto intorno a questo tipo di attività che si rifletta direttamente sugli abitanti e le attività del territorio. Il progetto pay dirt sarà fondamentale per avviare un processo capace di trasformare il rifugio Miramonti in una base strategica per tour, noleggi, eventi e altro ancora. A tal proposito voglio ringraziare l’amministrazione comunale di San Romano e il Parco Nazionale dell’Appennino per il supporto offerto.”

Maltrattate, accusate e denigrate. Ma siamo sicuri che anche questi eventi non possano essere messi al servizio della promozione?

L’eterna lotta tra il bene e il male, tra Apple e Android, mare o montagna per le vacanze e assieme a queste non può mancare quella che vede contrapporsi sagre e ristoratori. Uno scontro senza quartiere che va avanti da anni, fatto di scontenti e lamenti. Nessun compromesso, nessun accordo o soluzione e un unico ricorrente punto di vista che inquadra le feste paesane come nemiche.

E da un certo punto di vista è comprensibile: mettiamoci nei panni di un proprietario che durante i mesi estivi (quelli con il maggior giro) si vede portare via una fetta di fatturato da tutta una serie di eventi, con fornitori e dipedenti da pagare. Eppure, per quanto possa sembrare facile pronunciarsi a favore di una parte, è anche vero che se si decide di guardare una cosa per tutta la vita con la stessa prospettiva non si avrà mai modo di analizzarla e giudicarla nella sua interezza.

Premessa

Doveroso è sottolineare che questa vuole essere solo una riflessione innocente e che il ragionamento non è applicabile al bienno 2020-2021, periodo in cui le attività legate alla ristorazione hanno subito un colpo tremendo. La bandiera bianca alzata da quasi tutte le associazioni è ben accetta ed è l’occasione per capire che la collaborazione è possibile, ma non deve esserci solo quando le cose vanno male.

 

Quello che vogliamo fare è cercare di capire se ci siano i modi e le possibilità per sfruttare questi eventi e catalizzare l’attenzione di chi partecipa sul territorio dove prendono luogo, per far scoprire l’offerta turistica sotto tutti i punti di vista.

Analisi

Fondamentalmente il problema è simile a quello che vivono anche altre realtà e località più “stanziali” e cioè l’avere a che fare con il turista d’occasione. In questo specifico caso però, il problema non può essere aggirato, visto che la sagra o la festa di paese sono occasionali per definizione. Pochissimi, dunque, scelgono di strutturare una permanenza in Garfagnana in base alla presenza di questi eventi e il risultato è una concentrazione massiccia in pochi giorni di persone che raggiungono la sagra, magnano e tornano da dove sono venuti.

Uno spreco vero e prorpio, diciamo noi, perché forse è proprio qui che la sagra potrebbe essere messa al servizio del territorio, dedicando uno spazio alla possibilità di far entrare tutti i partecipanti in contatto con ciò che il resto del contesto ha da offrire.

Cosa fare?

La parola d’ordine è sempre conversione e l’idea, o almeno una bozza di idea, è di approfittare della massiva presenza di pubblico da poter intercettare in maniera analogica, se così si può dire, dando lo spunto per informarsi sul resto proposto dal territorio. Dovendo provare a visualizzare il concept si potrebbe dire che ci immaginiamo una sorta di info point mobile che attraverso materiale multimediale e non tenta di attirare quelli che domani potrebbero diventare potenziali turisti pronti a soggiornare per un periodo ben più lungo.

Periodo che potrebbero spendere non solo per conoscere il territorio e provare le attività praticabili su di esso, ma anche per poter ritornare sui prodotti tipici che queste feste tanto pubblicizzano, provando le ricette dei ristoranti aperti tutto l’anno. In questo senso la sagra e la festa di paese dovrebbero diventare una finestra sul territorio e tramite un progetto capace di collagare le due realtà andare a incrementare l’interesse nei confronti dell’offerta turistica.

Precisazione

Come già detto questa riflessione non intende né schierarsi né dare contro a una categoria piuttosto che a un’altra. Vogliamo, però, che tutti gli operatori della ristorazione, i quali lavorano duramente tutto l’anno, sappiano che nel nostro piccolo abbiamo ben chiara la differenza tra certi tipi di eventi, i cui ricavi vengono impiegati per mantenere e riqualificare realtà di grande importanza turistica, e altri che hanno un fine meno “nobile”. Tolto questo ciò che ci interessa di più è arrivare a una convivenza pacifica e anzi, riuscire a sviluppare una formula per cui sagre e feste paesane possano diventare un’occasione per promuovere il territorio.

 

Altro importante evento sportivo alle porte, con il campionato Toscano Enduro Series pronto a far tappa in Garfagnana questo sabato e domenica

“Ci vorrebbe un evento così ogni fine settimana” e prima di spiegarvi perché vi illustriamo meglio cosa troverete a Corfino, nel comune di Villa Collemandina, questo sabato 24 e domenica 25 luglio. Si tratta del quarto round del campionato toscano MTB enduro, la specialità dedicata alle bici da fuoristrada pronte a vedersela con discese toste e insidiose. Il Toscano Enduro Series a oggi è il più importante del paese per numero di iscritti e livello dei partecipanti e infatti questa tappa avrà valenza per la classifica nazionale.

Abbiamo parlato con Davide Demin, organizzatore del campionato assieme a Alexa Spadoni, Massimiliano Baldisseri, Enrico Landucci, Marco Corsi e Rolando Galli per conoscere meglio l’evento e tutta la carovana che ruota intorno a questo campionato. Vediamo come è fatta la gara e quali potenzialità si celano dietro ad appuntamenti come questo.

Mezzi, categorie e programma

Si tratta di un appuntamento che visto il periodo di caldo vedrà dai 300 ai 400 partecipanti, ma altri round hanno superato anche i 600 partenti. La gara è aperta a biciclette muscolari ed E-Bike divise nelle varie categorie. Si va dalle classi M1 a M7 per la parte “Master”, quella dedicata agli amatori dai 30 ai 70 anni e si arriva ai professionisti con le categorie “Elité”, “Junior” e “Under 23”.

 

Per chi non vuole correre da solo ci sarà anche la possibilità di iscriversi in coppia, affrontando la gara assieme ad un amico nella categoria “Coppie”. Il programma si sviluppa in circa 4 ore con 20 minuti totali di prove speciali. I concorrenti sono chiamati a vedersela con un percorso che alterna tratti a tempo in discesa ad altri di trasferimento (dislivello 1.500 metri circa) che dovranno percorrere pedalando per raggiungere le varie P.S.

Orari

Le attività prenderanno il via già dal sabato nella zona di Corfino e dell’Hotel California (punto di partenza della gara), quando ci saranno le ricognizioni, la consegna delle tabelle e le verifiche delle licenze. La domenica invece sarà dedicata alla gara con il suo giro da 25 km e il primo concorrente che partirà alle ore 09:00.

 

Qui sopra riportiamo una mappa per avere meglio un’idea dei percorsi dove andare eventualmente a seguire la gara da vicino. Vogliamo inoltre menzionare Richard Williams di Ridgeline.bike che si è occupato dell’organizzazione della corsa ed è riuscito a portare l’evento sul nostro territorio.

Valore turistico

Le informazioni riportate sopra dovrebbero bastare per permettervi di raggiungere e godervi la gara, mentre adesso torniamo sulla frase di apertura e concentriamoci sul perché questo genere di eventi sia importante per il territorio. Ragionando alla svelta la prima conclusione sarebbe quella per cui che fanno bene all’indotto, dato che nel week end di gara la zona (con un elenco partenti così numeroso) è interessata da un giro di circa 1.200 che soggiornano per 1 o 2 giorni, consumano a vari livelli ecc. Ma non solo.

 

Ovviamente la ricaduta economica, in un periodo come questo per giunta, è importante, ma quello che cerchiamo noi è una visione più a lungo termine. E in tal senso non possiamo fare a meno di pensare a quanto un’occasione come questa sia valida per far conoscere la zona agli appassionati di ciclismo e in particolare MTB. Un’occasione per permettere a tutti di entrare in contatto con il territorio e scoprire l’offerta sotto i vari punti di vista, creando così un bacino di utenza pronto a tornare ed espandere l’immagine della Garfagnana.

Se i giovani sono il futuro allora il futuro del territorio dipende dai giovani, ma senza consapevolezza e mezzi come possono fare la loro parte?

Investire sul territorio. Cosa vi viene in mente quando pensate a questo concetto? Opere a livello pratico come la manutenzione delle aree e delle strutture presenti su di esso? Potenziamento dei servizi? Creazione di un’offerta turistica per viverlo? Tutte opzioni più che legittime, ma che limitano la portata del concetto al piano pratico.

Una linea di azione che in un certo senso potrebbe anche essere considerata miope, visto che guarda al futuro, ma non prende in considerazione quelli che oggi saranno i protagonisti del domani. I giovani, per natura, sono gli eredi di ciò che viene lasciato loro da chi c’era prima, ma in assenza di educazione non è scontato che questi possano riconoscere e riconoscersi nell’eredità stessa. Nel nostro caso in particolare non è detto che un erede sia automaticamente un custode.

Questione di approccio

Pensiamo a tutte le tradizioni che hanno attraversato secoli e secoli per arrivare fino a noi. Qual è stato il carburante che le ha portate fino a qui? Semplice, il sentimento di appartenenza e identità delle generazioni ai vari temi lasciati in eredità di volta in volta. E come è stato possibile che gli individui delle varie epoche si riconoscessero in queste tradizioni? Educazione, semplice educazione.

 

Impensabile che un ragazzo possa rendersi conto automaticamente di ciò che c’è intorno a lui. O meglio, può farlo, nel senso che può constatare in che tipo di realtà viva (cittàdina, rurale, ecc), ma difficilmente sarà in grado di carpirne l’essenza e le prerogative, le opportunità e le possibilità di sviluppo da solo. Ecco perché è necessario tramandare il contesto e tutto ciò che questo contempla, per dare modo ad ognuno di acquisire consapevolezza.

Educazione al territorio

La formazione, quindi, diventa una risorsa fondamentale per raggiungere questo obiettivo e la scuola è l’ambiente ideale per farlo. Non solo perché è il luogo dedicato all’insegnamento per antonomasia, ma anche per il fatto che intercetta i giovani in un momento molto importate della propria vita se pensiamo alla scuola secondaria di primo grado (medie).

Sarebbe questo il momento giusto per avviare un programma che miri a portare consapevolezza nei ragazzi. Un laboratorio (anche se non ci dispiacerebbe diventasse una vera e propria materia) per conoscere la Garfagnana dal punto di vista ambientale e geomorfologico, culturale e storico. In modo da far capire come mai questi ragazzi siano circondati da certe cose e come mai certe tradizioni (a volte davvero anacronistiche) siano ancora vive e pulsanti.

E una volta presa consapevolezza, illustrare loro le potenzialità su tutti i fronti di una zona tanto votata al turismo esperienziale, far vedere loro come si costruisce un’offerta turistica, fargli scoprire come il mondo dei new media di oggi possa abbattere le barriere e fornire strumenti che con poco possono restituire tantissimo in termini di visibilità. Un programma che dia alle nuove generazioni la capacità di acquisire coscienza di questo patrimonio e riconoscersi all’interno di esso, di modo che possano prendersene cura quel giorno quando sarà il loro momento.

Ognuno resta libero di scegliere

Tutto ciò ovviamente non deve essere imperativo, nessuno dovrà mai essere costretto a prendere questa iniziativa, nella sua eventualità, come dottrina. Per noi dovrebbe essere solo un programma di sensibilizzazione e saremmo felicissimi se un giovane ragazzo o ragazza ci venisse a dire un giorno: “voglio fare l’astronauta!”. “Fantastico!” Risponderemmo noi. “Vai, scopri lo spazio e porta la Garfagnana su Saturno. E sii sempre cosciente del fatto che il posto che lasci sarà pronto ad accoglierti nel caso un giorno volessi tornare.”

 

Ecco perché c’è bisogno che il territorio, la sua identità, la sua storia, potenzialità e vocazione al settore turistico diventino un tema di studio per i giovani della Garfagnana. Importante è che i giovani sappiano cosa c’è intorno a loro, perché troppo spesso è capitato, capita e capiterà che persone competenti, dotate e capaci sviluppino un senso di insoddisfazione e disappartenenza nei confronti di questo posto, con alla lunga solo il desiderio di lasciarlo per cercare altro altrove. E capiamoci bene, niente in contrario con chi vuole navigare lontano da questi lidi per realizzare il proprio sogno, anzi! Ma a troppi ragazzi e ragazze giovani è stata negata la possibilità di contribuire allo sviluppo del territorio e del futuro della propria generazione.

Futuro incerto

Riportiamo un episodio vissuto in prima persona. Scendendo da un sentiero dopo una passeggiata in montagna incontriamo una signora che avrà avuto tra i 60 e i 70 anni (dalla parlata si capiva che era di queste parti). Non appena ci vede saluta e sorridendo ci dice che le fa tanto piacere vedere due giovani che fanno un giro all’aria aperta. Chiede se le condizioni in vetta siano buone e poi ci parla di come le sarebbe piaciuto essere lì con sua nipote.

 

“Nonna mi meraviglio di te che me lo chiedi!”. Questa è la risposta che la giovane ha dato alla nonna quando le ha proposto di fare due passi in quota. Quanti anni ha quella ragazza? 16. Sedici anni. E non sarebbe saggio lasciare a quelle parole il tempo che trovano, perché sono il riflesso della mancanza di affezione e consapevolezza verso ciò che questa ragazza ha intorno a sé.

Oggi più che mai è di vitale importanza sforzarsi affinché i giovani non siano abbandonati a loro stessi e a un mondo con tante distrazioni. Devono essere coltivati con l’ispirazione, dobbiamo dar loro gli strumenti per farli andare oltre al guardare e far sì che riescano a vedere. Dobbiamo fargli sapere cosa hanno intorno e perché. É necessario mostrargli le origini di ciò che li circonda perché scoprano di chi e di cosa sono veramente figli. Solo così riusciranno a riconoscersi in questo piccolo mondo e, se vorranno, contribuire al suo prosperare.

Pronti a vivere la Garfagnana in sella? Tutto quello che dovete sapere sulla prima edizione di Garfagnana E-bike Experience

I giorni da segnare sul calendario sono il 4 e 5 settembre 2021, quando prenderà il via la prima edizione di un evento pensato per gli appassionati di MTB capace di portarvi a contatto con gli angoli più nascosti e caratteristici della Garfagnana. Garfagnana E-bike Expierence nasce dai fondatori di Garfagnana MTB Sharing, il servizio di noleggio e-bike di Castelnuovo di Garfagnana, ed è pensato sia per i più esperti che per chi ha da poco approcciato le due ruote.

Garfagnana E-bike Experience è una manifestazione ciclo-turistica, guidata e non competitiva, riservata alle sole mountain-bike a pedalata assistita. I percorsi proposti saranno quindi fruiti dai partecipanti accompagnati da una o più guide che seguiranno il gruppo durante tutta l’escursione. L’evento si effettuerà anche in caso di pioggia, potrà essere posticipata in caso di emissione di avviso di allerta meteo.

I percorsi

Sono previsti tre diversi livelli di difficoltà dei percorsi, ogni livello di difficoltà ha 2 percorsi, uno per il giorno 4 ed uno per il giorno 5 settembre 2021. Al momento della prenotazione i partecipanti potranno scegliere i percorsi più adatti alle loro capacità e prenotare anche percorsi di livello di difficoltà diverso (ad esempio quello più semplice il primo giorno e quello intermedio il secondo giorno).

• TOUR (facile), percorso che prevede strade asfaltate secondarie, strade sterrate con fondo compatto, brevi tratti di sentieri nel bosco. Non sono necessarie particolari doti di guida in fuoristrada. E’ richiesta una discreta condizione atletica.

• TRAIL (medio), percorso su strade asfaltate, sterrate e sentieri con fondo compatto, i percorsi di questa categoria richiedono una discreta capacità di conduzione della bicicletta su sterrati e fuoristrada senza eccessive difficoltà tecniche. E’ richiesta una discreta condizione atletica.

per i dettagli di ogni percorso CLICCARE QUI.

Prezzi e contatti

Per conoscere tutti i prezzi e le offerte relative a questa esperienza vi invitiamo a CLICCARE QUI. Mentre per maggiori info è possibile rivolgersi al numero 3393393699 o scrivere all’indirizzo mail [email protected]. Se CLICCATE QUI potrete trovare il modulo per iscrivervi direttamente.