Cosa c’è, cosa non c’è, cosa ci dovrebbe essere e cosa ci auguriamo che ci sia tra 10 anni. Cominciamo!

1989, 1995, 2000, 2015 e dopo altri 8 anni il giro d’Italia torna a solcare le strade della Garfagnana. Quest’anno la corsa arriverà “da sopra”, sconfinando dal passo delle Radici per scendere verso il Casone di Profecchia, Castiglione Garfagnana, Pieve Fosciana e Castelnuovo.

Una bella notizia per il territorio, che entra di nuovo a far parte del percorso di uno degli eventi ciclistici più prestigiosi del mondo. Inoltre, quest’anno, Castelnuovo sarà anche base del Giro-E, di cui parliamo tra un attimo. Prima, infatti, vogliamo capire a che punto siamo con il cicloturismo qua da noi.

Come siamo messi? 

Beh… mettetevi comodi perché la risposta, come in altri casi, richiede un’analisi approfondita. È vero ciò che spesso si sente dire: “la Garfagnana è un paradiso per gli appassionati di ciclismo”, ma dirlo e basta non serve più a nulla, non nel 2023.

MTB garfagnana

Cosa abbiamo oggi

Per quanto riguarda il cicloturismo oggi la Garfagnana ha poco da “vendere” ai potenziali turisti di questa disciplina. Basta una mano per contare cosa offre il territorio:

C’è la Epic, un evento che va in scena per 1 weekend a giugno (Epic, Epic Road, Epic Day, Epic Kids) e 1 giornata a dicembre (Epic Winter). Viene organizzata da ragazzi che con passione e buona volontà portano avanti la manifestazione ogni anno, ma non si occupano di cicloturismo per lavoro e si tratta di un evento che si rivolge non ai principianti.

Abbiamo un bike park fresco fresco vicino il rifugio Miramonti a pochi passi dal centro visitatori della riserva di Orecchiella nel comune di San Romano. Questo è stato costruito dalla Garfagnana Bike A.S.D e in QUESTO video potete vedere il dietro le quinte del progetto. A oggi però si tratta di una sorta di “cattedrale nel deserto”, passateci il termine, visto che è mancato uno sviluppo di offerte turistiche correlate (bike hotel, officina, ecc) in grado di rendere bike-park e zona attraente per gli appassionati di MTB.

Noleggio bici ed e-bike? In pratica l’unico noleggio definibile tale della Garfagnana è a Castelnuovo, ma il numero di mezzi disponibili non coprirebbe un’eventuale richiesta di base se ci fosse un aumento del turismo a pedali.

Rete di sentieri? Ci sarebbe, ma non è organizzata e promossa come il modello trentino (guarda QUESTO), ovvero con la raccolta dei sentieri (off road e strada) su un sito dedicato, con informazioni sul percorso e traccia GPX da scaricare su smartphone per raggiungerli e navigarli in sicurezza, anche senza guida.

Cosa avremmo dovuto avere oggi? 

Come per tutti gli altri settori turistici bisogna partire dalle basi. Non si può costruire una casa cominciando dal tetto e in questo caso le nostre fondamenta sono le infrastrutture, o meglio, le strutture che consentono di praticare questa disciplina.

Ciclismo Garfagnana

MTB: per il mondo off road ci sarebbe piaciuto vedere una Garfagnana con almeno 10 e passa bike park o trail center (scopri di cosa si tratta QUI) aperti al pubblico, tutti uniti sotto una singola rete per la gestione (un po’ come l’esempio di Paganella Bike, che trovate in QUESTO video) e capaci di generare posti di lavoro diretti (creazione percorsi, manutenzione, marketing e promozione) e indiretti (accoglienza, ristorazione, eventi). Ricordiamo che in Trentino questo modo di approcciare le due ruote (avviato nel 2008) genera indotti con numeri a 6 cifre e oltre.

STRADA: Qui i percorsi esistono già a dire il vero e sono le strade asfaltate che si percorrono anche in auto, ma vanno individuate, raccolte sotto forma di tracce gps/gpx, organizzate e promosse con contenuti dedicati o programmi di comunicazioni a lungo termine. Esattamente come il modello trentino: guarda QUI.

SENTIERISTICA: Quando si parla di questo aspetto, oltre alla raccolta e alla promozione, un altro investimento che ci saremmo augurati è quello relativo alla costruzione di un percorso ciclabile (pista ciclabile) che attraversasse tutta la Garfagnana da nord a sud, congiungendosi con i percorsi già presenti a Lucca e collegati a loro volta con il resto della Toscana. 

EVENTI: Almeno 2 bike festival all’anno: durante la bella stagione e in autunno far diventare la Garfagnana e uno dei suoi borghi la base di eventi dove i marchi del settore espongono i modelli nuovi, organizzano workshop, danno la possibilità a tutti di testare le bici e altro ancora. Come già sottolineato in QUESTO ARTICOLO l’idea sarebbe quella di attrarre l’interesse delle organizzazioni e mettere a disposizione il territorio per qualsiasi tipo di occasione. 

NOLEGGI: Difficile pensare che in centri come Careggine o Vagli, borghi immersi nel cuore della Garfagnana, non ci sia la possibilità di noleggiare una bicicletta per godersi le meraviglie naturali della zona. Come accennato, l’unico noleggio definibile tale è a Castelnuovo, ma insufficiente per sopperire a una vera domanda eventuale. Se ce l’avessero chiesto 20-15 anni fa, queste riportate, sarebbero state le cose che ci saremmo augurati di vedere oggi sul territorio. 

STAMPA E COMUNICAZIONE: Non solo, tutto ciò di cui sopra avrebbe anche costituito la base per una strategia di marketing del territorio e comunicazione ancora più efficiente. Immaginate i bike park utilizzati come base dai brand legati al mondo del ciclismo per la presentazione dei nuovi modelli (valido per off road e strada) o tutti gli eventi, come il giro-E, che grazie alla rete di percorsi avremmo potuto ospitare.     

 

E quindi il Giro? 

Che dire, tra averlo e non averlo fa sicuramente più piacere la seconda opzione. Il fatto è che allo stato attuale non è possibile utilizzarlo davvero come leva per attrarre l’attenzione del pubblico sull’offerta garfagnina relativa al cicloturismo. 

E quello che ci dispiacerebbe davvero è vederlo ritornare tra altri 8-10 anni non solo con lo stesso livello in merito al cicloturismo, ma con ancora meno relativamente agli altri settori turistici. Ciò che ci auguriamo è vedere un passo verso un sviluppo turistico coerente con le caratteristiche ambientali e la natura del nostro territorio.

Una riflessione sull’intrattenimento offerto dal nostro e altri territori, per scoprire se e come l’offerta possa essere migliorata

Nel 2023 vi aspettiamo in Garfagnana con tanti eventi adatti a tutti, divertenti e originali. A breve potrete consultare i calendari sui siti istituzionali, dove troverete il menù dell’intrattenimento, ma già noi vi invitiamo, domenica 11 febbraio, per il ritorno del Carnevale nel centro di Castelnuovo di Garfagnana.
Ora, dopo aver detto che il territorio è colmo di eventi, capiamo che l’introduzione potrebbe confondere, ma, come in altri casi, queste righe sono solo un’occasione per chiedersi se il tipo e le modalità dell’intrattenimento siano giuste o se si possano valutare altre opzioni, per arricchire o migliorare l’offerta.

A ognuno il suo

Partiamo con un esempio: A Firenze, luogo fisiologicamente votato al turismo culturale, sarà più facile trovare eventi che promuovano il patrimonio artistico-culturale della città; come mostre, musei, gallerie, esposizioni o festival legati al tema cultura. Questo non vuol dire che Firenze non possa promuovere la parte più rurale del territorio, certo. Basta avere la consapevolezza che non è quello il suo punto forte e quindi capire quanto investire su una e sull’altra tipologia di eventi.
Stessa cosa vale per le località più lontane dai grandi centri cittadini, che si parli di montagna o di mare, nord o sud Italia. In questo caso non sarà difficile trovare un’offerta di intrattenimento più orientata verso il turismo esperienziale, ovvero quelle attività rese possibili dalla morfologia del territorio, senza escludere la presenza di occasioni volte a celebrare la parte più culturale di quelle zone. In sintesi sarà difficile trovare il mondiale di downhill a Firenze, così come le mostre che popolano Palazzo Pitti in Val di Sole.

Cosa ci immaginiamo qui

Dopo questa doverosa premessa ci piacerebbe proporvi una serie di eventi pensati in funzione della promozione del territorio, con la capacità di attrarre partener strategici e avvicinare il pubblico alla parte più autentica della Garfagnana, la sua natura ricca di ambienti variegati, tutti da scoprire.

Si tratta di idee che in alcuni casi prendono spunto da altri appuntamenti simili esistenti in zone turisticamente più sviluppate e altri che sono una rivisitazione di quanto già visto anche qui negli anni passati.

Eccovi serviti

Festival dell’arrampicata

la Garfagnana è la patria delle Alpi Apuane e in parte dell’Appennino Tosco-Emiliano. Per gli appassionati di arrampicata queste cime sono un paradiso per mettersi alla prova e vivere la propria attività preferita. Nonostante la nutrita presenza di scalatori, però, è sempre mancato un evento che celebrasse questo sport e il territorio. Lo spunto arriva da Petzl, un’azienda leader nel settore dell’attrezzatura per scalatori.
Tra gli eventi organizzati dalla società c’è il Roctrip, un’occasione in cui viene scelta una località che fa da base per più giorni di arrampicata e non solo. Si possono testare i nuovi prodotti, conoscere esperti del settore ed ovviamente entrare in contatto con il territorio dove l’evento si svolge. In tal senso per la Garfagnana ci immaginiamo un festival dedicato a questa specialità che passi principalmente dai borghi: una serie di 4-5 date (da giugno  a settembre) dove poter avvicinare più persone alla disciplina, su strutture artificiali e sui monumenti che compongono i borghi (mura, campanili, ecc). Più “lontano”, quindi, dalle pareti di roccia vere e proprie, ma comunque un’occasione per promuovere il territorio, la specialità e stringere partnership strategiche con i big del settore.

Ice Camp in Val Serenaia

Dall’arrampicata su roccia a quella su… ghiaccio. Gli ice climbing festival sono eventi molto diffusi nelle località montane dove si verificano le condizioni per la formazione di cascate di ghiaccio. Anche le Apuane negli inverni più rigidi offrono ambienti caratterizzati da queste meraviglie naturali da affrontare con piccozza e ramponi. Il problema è che solitamente si parla di anfratti o canali già di per sé difficilmente raggiungibili e quindi non adatti ad ospitare un evento.
Per questo motivo avremmo pensato alla Val Serenaia come location per accogliere la manifestazione. La possibilità di raggiungere questa località in auto, gli ampi spazi a disposizione (sotto le cime più impervie e alte della catena) e le temperature più basse di questo versante sono caratteristiche in grado di favorire la creazione di un appuntamento simile. Qui ci sarebbero da allestire strutture verticali con sistema di irrigazione per la formazione del ghiaccio (come quella che si vede in foto), punti ristoro e spazio per gli espositori. Espositori che potrebbero essere i partener e anche gli organizzatori, visto che l’idea generale per questo tipo di eventi è rendere il territorio allettante per i brand e metterlo a disposizione per tali iniziative.

Bike E-Bike Festival

Il solo mondo MTB avrebbe potuto essere il motore trainante dell’economia turistica garfagnina, se solo ci fossero stati gli sforzi negli ultimi 20 e passa anni per lanciare questa disciplina, come successo in altri territori. Oggi in un’area che sembra costruita appositamente per questo genere di turismo ci ritroviamo senza bike park o trail center e non c’è una rete di sentieri organizzata e raccolta digitalmente come questa. Scarseggiano i noleggi e sono pochissimi (solo 1) gli eventi dedicati alle due ruote.
Se le cose fossero andate diversamente magari oggi avremmo una Garfagnana con una cultura delle due ruote sviluppata e sempre in evoluzione, con la presenza dei grandi brand di questo mondo ad investire sul territorio ed eventi come un festival che si svolge nel centro di Castelnuovo dove gli espositori presentano i nuovi modelli, vengono organizzati workshop, c’è la possibilità di provare le bici, raggiungere le zone dei percorsi e conoscere nel dettaglio cosa offre il territorio per gli appassionati della disciplina.

Wild Summer Fest (come a Equi Terme)

I vicini della Lunigiana dal 2018 si producono in un interessantissimo evento che mette il territorio al centro. Ai piedi del Pizzo d’Uccello, nella frazione di Equi Terme, si è svolta una “summa” dell’offerta relativa all’intrattenimento del territorio lunense.
Una vetrina a 360 gradi su attività e gastronomia che anche in questo 2023 andrà in scena durante il 10, l’11 e il 12 giugno. Per scoprire di più su questo evento clicca QUI.

Triathlon/Regata lago di Gramolazzo

Quanto al lago di Gramolazzo c’è da dire che una location simile potrebbe ospitare tranquillamente un evento a fine settimana. Andando a ripescare negli annali, però, saltano fuori due eventi molto interessanti: la regata e il triathlon. Il primo evento prendeva il nome di Trofeo Velico Parco Alpi Apuane, almeno nelle ultime edizioni. Per l’occasione c’erano gli allievi delle scuole dei Circoli velici di Lerici, La Spezia e Marina di Carrara a veleggiare sul lago per la conquista del trofeo.
gita in canoa sul lago di gramolazzoNel 2015, invece, va in scena la prima e ultima edizione di GarfaTri , a cura della ASD Lucca Triathlon. 165 partecipanti che si sono sfidati sul lago e nei dintorni per 750 m a nuoto, 20 km in bicicletta e 5 km di corsa. Il notevole valore a livello sportivo e la capacità di essere un’ottima vetrina per il territorio sono i motivi che ci hanno spinto a riesumare questi eventi per movimentare l’estate sul lago. Lago che è ancora l’unico specchio d’acqua del territorio, su 4/5 bacini, che offre la possibilità di navigazione tramite noleggio di imbarcazioni ai visitatori. Un punto su cui lavorare.

Campionati regionali/italiani enduro (TES)

Abbiamo già parlato di due ruote a pedali, ma torniamo sull’argomento MTB perché non c’è solo l’aspetto ludico della disciplina da considerare, ma anche quello professionistico e legato al mondo delle competizioni. I vari campionati, partendo dal mondiale e arrivando al regionale, sono un’ottima occasione per catalizzare l’attenzione su un territorio. Come? Beh, come accennato in precedenza, la prima cosa sarebbe creare le strutture (percorsi) per ospitare le gare, che richiamerebbero i ciclisti e tutto l’entourage (team, familiari, amici, appassionati, pubblico) che si portano dietro.
Nel 2021 la Garfagnana ha ospitato un round del TES (Toscano Enduro Series), tappa valevole per il campionato italiano, che si è svolto tra i boschi a cavallo di Corfino e San Romano (curata da Garfagnana Bike A.S.D). Oltre 400 iscritti e relativo seguito si sono ritrovati qui per tutta la settimana di gara e, a nostro avviso, è mancata quell’attenzione da parte delle istituzioni per capitalizzare in termini di promozione del territorio verso tutte le persone che si sono ritrovate nella zona.

Rievocazione storica rocche e fortezze

Anche in questo caso siamo andati a ripescare un evento del 2014, andato in scena tra le mura della Fortezza delle Verrucole. La rievocazione storica dell’assalto del 1170 fu un occasione per “rivivere” alcuni degli avvenimenti più importanti accaduti sul nostro territorio. Proprio questo genere di iniziative, molto coinvolgenti e attrattive, sono quelle che ci vorrebbe per avvicinare un pubblico più variegato a questi spot culturali (Verrucole, Mont’Alfonso, Trassilico, ecc).
Fortezza delle VerrucoleSolo la fortezza delle Verrucole nel comune di San Romano offre modo di farsi un giro nel passato. Con all’allestimento dell’archeopark, aperto durante tutto l’anno, c’è la possibilità di vivere gli ambienti, gli usi e i costumi di quell’epoca lontanissima. Per il resto, avere degli appuntamenti che rievochino fatti storici in maniera accurata e con un pizzico di spettacolo sarebbe di certo un’occasione d’oro per la promozione della parte culturale del nostro territorio.

Air Show

Niente a che vedere con i mirabolanti eventi a stelle e strisce dove, come protagonisti, sfilano gli aerei più sofisticati in circolazione. Bensì una giornata dedicata al volo con mezzi più “accessibili”, quali: deltaplano, autogiro e mongolfiera. Non una novità assoluta, visto che qualcosa di simile si vede con la “festa dell’aria” organizzata per il periodo di Pasqua. La location a cui avremmo pensato è la distesa di Pian di Cerreto, poco sopra Castelnuovo e Pieve Fosciana, dove c’è tutto lo spazio per decollo, atterraggio, area per bambini e punti ristoro.
Volo sul deltaplano in GarfagnanaUn modo per far scoprire la Garfagnana da un altro punto di vista e tra l’altro si potrebbe aggiungere il volo con il parapendio, che, per motivi tecnici, dovrebbe partire da più in alto, come il crinale di San Pellegrino, atterrando comunque a Pian di Cerreto. Un evento più coinvolgente adatto a tutti che potrebbe riempire il gap tra inverno e estate approfittando dell’arrivo del bel tempo.

Land Art tour

Intanto, cos’è la land art? Questa forma d’arte contemporanea nasce negli USA tra il 1967-68 ed è caratterizzata dall’intervento diretto dell’artista sul territorio naturale, specie negli spazi incontaminati come prati, spiagge, foreste e simili. Di recente c’è stata una diffusione di questa corrente anche nel nostro paese, da nord a sud. Ad esempio nel Chianti si trova il Parco di Sculture del Chianti, un museo all’aperto con 11 opere che accompagnano i visitatori lungo il percorso.

Vi invitiamo a fare un giro sull’internet per scoprire meglio questa espressività, nel caso non la conosciate. Inevitabilmente sarete colpiti dall’equilibrio tra arte e natura, materiali e opera. Qui c’è il potenziale per andare oltre l’evento, dando vita a un’esposizione permanente che potrebbe essere collocata in punti strategici, fuori dalle classiche rotte turistiche, ma ugualmente attraenti e capaci di avvicinare l’utente al territorio.

Planet Fishing

Ma avete visto i laghi e i fiumi che ci sono in Garfagnana? L’ittiofauna che popola questi ambienti (a tratti anche endemica) costituisce un’attrattiva irrinunciabile per gli appassionati di pesca in acqua dolce. Addirittura è possibile togliersi delle soddisfazione nei corsi d’acqua (Turrite e Serchio) che scorrono attorno al centro di Castelnuovo.
pesca in garfagnanaSull’onda Bike Festival anche per questa occasione ci immaginiamo una 2/3 giorni di esposizione e attività nel centro di Castelnuovo, con i brand di attrezzature per la pesca che espongono le novità e danno modo agli appassionati di toccare con mano e provare le ultime novità. A ciò si potrebbe aggiungere la possibilità di organizzare dei tour guidati in alcuni tratti dei fiumi per far scoprire più profondamente il lato votato alla pesca del territorio.

Garfagnana Cavalli

Abbiamo appena detto fiumi e laghi, ma non mancano boschi, radure e tanti percorsi immersi nel verde da godersi in sella. In Garfagnana non mancano i maneggi e la passione per il cavallo, ma a oggi non si è mai visto un evento che mettesse l’accento su questa straordinaria risorsa per il territorio.
Garfagnana Dream

Di sicuro un evento impegnativo dal punto di vista dell’organizzazione e della logistica, ma ottimo per occupare una o più date durante il periodo primaverile, estivo o invernale. Come per l’air show potrebbe essere interessante individuare una location dove far riunire i maneggi locali e offrire la possibilità a grandi e piccini di avvicinarsi a questi animali.

Be(e) in Garfagnana

Sapevate che il miele della Garfagnana ha ottenuto il sigillo di qualità e garanzia nel 2014? Questo riconoscimento certifica la provenienza del miele e testimonia che le api trascorrono tutto il tempo del ciclo produttivo sul territorio.

L’apicoltura, quindi, è un altra delle materie in cui andiamo bene e il tema api è più che mai importante per l’equilibrio dell’ecosistema in questo momento di crisi climatica. C’è poca attenzione sull’argomento e pochi conoscono l’importanza del ruolo svolto dalle api.

Conclusione

Ovviamente questi sono solo alcuni esempi di eventi in grado di connettere più profondamente il pubblico con l’offerta turistica del territorio. Possono essercene altri ancora, diversi magari, ma con lo scopo di aprire una finestra per lo spettatore sulla natura, sull’anima autentica della Garfagnana. Se avete altre idee su questa linea fatecelo sapere scrivendo una mail a [email protected] o con un messaggio sui nostri social.

Nella lista che annovera, ovviamente, pesi massimi come Roma, Milano e Venezia, c’è anche spazio per centri più piccoli o poco più grandi di Castelnuovo Garfagnana.

Ok ok, mettetevi comodi e concentratevi più che potete, perché questa non è la solita storia carina che vi raccontiamo ogni tanto. Da poco, infatti, sono usciti i dati in merito alle 100 località italiane che hanno generato più ricchezza (valore aggiunto) dal turismo nel 2022.

Lo studio, a cura di Sociometrica.it, si basa su dati Istat e prende in esame le comunità più virtuose dell’industria dell’ospitalità. Sorprendentemente (o no, vedete voi) nessuno dei nostri comuni compare nella top 100. Vediamo di capirci qualcosa.  

Una buona notizia per tutto il paese

A quanto pare i numeri dicono che il 2022 ha visto, quasi, il livello di turismo raggiunto nel 2019 (pre pandemia). C’è ancora un gap considerevole, ma secondo le stime il 2022 vedrà dal turismo un valore aggiunto (ovvero l’indotto generato dall’economia dell’accoglienza) di quasi 90 miliardi di euro. 

Circa 10 in meno rispetto al 2019, mentre se si parla di persone il paragone è tra le 436.739.271 presenze del 2019 e le 389.411.691 del 2022 (+ 100 milioni circa rispetto al 2021).  

Come funziona la statistica

In Italia ci sono 8.092 comuni, ma di questi l’Istat ne considera come turistici (cioè che abbiano un minimo di ospitalità imprenditoriale) 3.390, il 41,9 % del totale (QUI il link per vedere l’elenco Excel).

Quasi 1 comune su due, quindi, è considerato turistico e le stime sono state fatte sui primi 500 comuni che rappresentano l’83% delle presenze turistiche. Questa scelta elimina alcune anomalie statistiche che si registrano quando si tratta di comuni con appena una minima traccia di presenze turistiche.

I “Davide” del turismo in Italia

Per comodità non li prenderemo tutti in esame e ci concentreremo su quelli più “isolati” o lontani dai grandi centri, solo per fare un esempio pratico di come non ci sia bisogno di essere grandi per generare grandi “profitti”. 

 

  • Andalo: (visitato durante lo speciale sul turismo in Trentino che potete vedere cliccando QUI) conta poco più di 1.000 abitanti e punta molto sul turismo invernale, generando (2022) 77.000 presenze procapite.  
  • Vieste: (13.000 abitanti) è situato nell’estremo nord-est della costa pugliese, lontano dai centri più grandi e conosciuti e nel 2022 il valore aggiunto dal turismo si attesta a   403.621.944 euro.
  • Castelrotto: (6.580 abitanti) a est di Bolzano nel cuore delle Dolomiti Orientali, questo piccolo centro si porta a casa 304.458.244 euro di valore derivante dall’accoglienza.
  • Grado: (7.100 abitanti) si affaccia sul mar Adriatico lontano da Venezia e Trieste, ma ciò non gli impedisce di mettere nelle casse della comunità locale 270.533.488 euro di “guadagno”. 
  • Pinzolo: (3.140 abitanti) chiuso tra Brenta e Adamello questo piccolo comune genera nel 2022 un valore di 198.685.699 euro.
  • San Vincenzo: (6.124 abitanti) località della costa livornese che punta sul turismo balneare fa segnare 260.893.313 euro di introiti dall’accoglienza.  

Ecco perché non c’è la Garfalandia

Come visto, quindi, non sarebbe mai possibile vedere la Garfagnana all’interno della lista, perché l’area a cui il nome fa riferimento è un territorio, non un comune. Questo, però, è solo il motivo tecnico per cui non ci siamo, non una giustificazione valida.

Come abbiamo visto nel precedente passaggio, infatti, all’interno della lista figurano centri immancabili: come Milano, Roma, Venezia e Napoli, ma oltre a questi compaiono anche piccoli, piccolissimi comuni. Comuni che approfittano, sì, del territorio in cui sono inseriti, ma negli anni si sono impegnati per costruire un modello economico capace di basarsi sul turismo e sulle attività praticabili in quelle zone.

Questo per dire che non sono dentro la lista per caso o per fortuna, bensì grazie agli sforzi di enti e organi amministrativi locali, che hanno fornito alle comunità una base di domanda da soddisfare e i presupposti per creare, con il tempo, un’offerta sempre più competitiva. 

Eppure siamo circondati

Scorrendo la lista è facile rendersi conto che geograficamente ci troviamo nel “cerchio d’oro” del turismo, visto che ci sono parecchie località vicino a noi che compaiono sulla lista. Parliamo di Firenze (4°), con quasi 3.000 turisti per abitante e un valore aggiunto di circa 3 miliardi di euro. Pisa (27°) con le sue 2.069 presenze per abitante e 432 milioni di euro di introiti turistici. Montecatini Terme, che “incassa” 303.916.618 euro. Viareggio (50°) a quota 303.916.618 euro di “incassi”. Lucca (57°), non molto distante, con 266.931.817 euro generati dalla presenze turistiche. Camaiore (83°) segue con 216.884.181 euro e chiude Massa (94°) con 198.361.133 euro. 

In giallo sono evidenziati i comuni toscani più vicini a noi che compaiono nella lista. Questo per dare un’idea migliore di come la nostra posizione sia strategica in tal senso.

50, 70, massimo 100 i chilometri che ci separano da questi centri pullulanti di presenze e quindi delle opportunità per deviare il flusso o riuscire a inserirsi in un virtuale e virtuoso circuito turistico. Nonostante ciò, la situazione vede ancora il territorio contare sul picco di presenze estivo per poi assopirsi nel letargo autunno-invernale fino al ritorno della bella stagione. 

Allora cosa ci manca?

Abbiamo a due passi alcune delle località maggiormente interessate dal flusso turistico nazionale, letteralmente accanto casa. Abbiamo delle montagne praticamente introvabili nella regione o in questa parte di Italia (Apuane), che si affacciano sul mare. Poi ci sono tutte le altre meraviglie naturali (fiumi, laghi, boschi, parchi naturali, l’Appennino ecc) che offrono ognuna una possibilità per il turismo esperienziale. Borghi, rocche, fortezze di pregevole valore storico-culturale e una gastronomia da passare giorni a tavola.

Sui 15 comuni presenti in Garfagnana, solo 6 rientrano nei 3.390 presi in considerazione, da cui si è arrivati poi alla classifica top 100. Di questi 15, 9 non sono annoverati in una categoria turistica specifica. I restanti 6 hanno come categoria turistica presente l’ambito culturale o montano.

Non solo, l’offerta che c’è (ma qui sarebbe meglio usare il condizionale) sui nostri oltre 500 km², non avrebbe problemi a dare la possibilità a uno dei comuni presenti di figurare nella lista.
Saremo sinceri, non abbiamo la risposta vera alla domanda del paragrafo. Abbiamo la nostra idea, ognuno può avere la sua e forse proprio questo potrebbe essere un punto da cui partire. Chiedersi: “perché la Garfagnana con uno dei suoi comuni non riesce a classificarsi?”. Va bene così? Tutto nella norma? Si può fare qualcosa? Meditiamo gente, meditiamo.   

Il passaggio più significativo

Consigliamo a tutti di leggere il documento che trovate al link qui sotto, ma la parte che ci ha colpito di più e che, se possiamo permetterci, descrive al meglio la situazione del nostro territorio è la seguente. 

“C’è un numero elevatissimo di comuni (alcune centinaia), soprattutto montani, che non avrebbero un reddito sufficiente a garantire un buon livello di vita collettiva se non ci fosse un’offerta di ospitalità organizzata, anzi sarebbero destinati a spopolarsi, come accade per comuni montani dove, invece, il fenomeno turistico non si manifesta.” 

Fonti: https://www.sociometrica.it/sites/default/files/Report_ranking_valore_aggiunto_comuni_turistici_0.pdf

In Toscana c’è un borgo che è una finestra sul passato del mondo. Sassorosso in Garfagnana vi aspetta per raccontare una storia millenaria e non solo.

Abbarbicato ai piedi della Pania di Corfino c’è uno dei borghi più caratteristici della Garfagnana. Sossorosso, con la sua vista impareggiabile su Apuane e Appennino, è una finestra sul territorio più unica che rara. Immerso nella natura incontaminata del parco dell’Appennino è il luogo ideale per praticare tante attività immersi nel verde dei boschi e delle radure circostanti.

Ma è “scavando” oltre quello che si vede che si entra in contatto con un’altra dimensione. Sassorosso, infatti, custodisce dei tesori archeologici che ci riportano indietro fino a prima dei dinosauri. Queste testimonianze fossili ci raccontano la storia di questo territorio quando l’uomo non era ancora apparso sulla terra. Godetevi il nostro ultimo video per scoprire questo borgo come mai prima d’ora.

Borgo, natura e attività

Sassorosso conta circa 70 abitanti e per raggiungerlo bisogna seguire la SP 72 in direzione Passo delle Radici. Sulla strada, partendo da Castelnuovo, ci sono altri borghi che meritano attenzione, come Castiglione e Massasassorosso, il pase d’origine di Astor Piazzolla (guarda il video dedicato QUI). Sassorosso prende il nome dal colore della roccia che da anni si estrae nei dintorni del paese e con cui sono stati edificati gran parte degli edifici.

La sua posizione strategica consente di raggiungere il cuore del Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano in pochi minuti e sempre da qui si può partire per escursioni in bici o a piedi alla scoperta della natura incontaminata che circonda questa perla. Alle spalle dell’abitato, invece, gli appassionati di arrampicata troveranno pane per i loro denti, con le tante falesie e pareti di roccia chiodate e pronte per essere arrampicate.

Una finestra sul passato

Sassorosso custodisce la storia che per milioni di anni ha trasformato questo territorio fino a farlo diventare come lo vediamo oggi. Il rosso ammonitico, questo il nome della roccia color rosso o rosato che caratterizza l’abitato, è ciò che resta di un fondale oceanico formatosi circa 400 milioni di anni fa. Al suo interno questa roccia calcarea ha conservato le forme di vita presenti all’epoca nelle acque oceaniche.

Per tutto il paese, infatti, è possibile rinvenire ammoniti fossili. Si trovano incastonate nelle lastre dei cortili o nelle pietre delle pareti, ma non solo. Avventurandosi per i sentieri che circondano il borgo si possono trovare, con un po’ di pazienza, nelle rocce dei ravaneti (zone dove si concentrano gli scarti delle cave). Ci teniamo a dire che questi reperti non sono souvenir da depredare, bensì testimonianze della storia che questo territorio ha vissuto e che tutti dovrebbero poter vedere con i propri occhi. Invitiamo quindi al massimo rispetto nei confronti dell’ambiente.

In Toscana il lago di Pontecosi è una delle location da non perdersi se si è appassionati di caccia fotografica, ma per salvaguardare il suo futuro c’è bisogno di un progetto concreto

Nato nel 1925, grazie allo sbarramento del fiume Serchio tramite una diga alta 33 metri, il lago di Pontecosi prende il nome dalla frazione del comune di Pieve Fosciana che sorge sulle sue sponde. Si tratta di una località facilmente raggiungibile, a pochissimi minuti in auto da Castelnuovo di Garfagnana e Pieve Fosciana, che offre un’ottima alternativa turistica ai laghi più a nord del territorio (Gramolazzo e Vagli).

Completo di tutti i servizi per trascorrere del tempo all’insegna del relax, Pontecosi è stato per molto tempo una località apprezzata dal pubblico. Parliamo al passato perché negli ultimi anni, qui, si è creata una situazione che minaccia il futuro del bacino e della sua comunità.

Accumulo

Con il tempo il letto del lago e parte di quello del fiume hanno visto depositarsi una serie di detriti che, un po’ alla volta, hanno abbassato il livello delle acque. Poco dopo la formazione delle prime zone di terra scoperta, la vegetazione ha cominciato a proliferare, fino a ricoprire tutta la parte centrale del lago.

I problemi della mutazione di assetto risiedono nella ridotta capacità del bacino di gestire il flusso d’acqua in modo sicuro, con conseguente rischio di allagamento. Il passaggio da zona lacustre a palustre, invece, fa sì che i punti dove le acque non circolano, si trasformino in acquitrini maleodoranti che rendono difficile praticare le sponde del lago. Insomma, non un luogo idilliaco dove rilassarsi.

Non solo piante…

Questo habitat ha attratto nuove specie avicole e rafforzato la presenza di quelle già esistenti, che, in poco tempo, hanno trovato un ambiente adatto alla proliferazione, stanziandosi qui. Parliamo di uccelli come: airone cenerino, airone bianco maggiore, garzetta, nitticora e altre specie tra cui: folaghe, tuffetti e gallinelle d’acqua. Sono presenti anche alcuni esemplari di Martin Pescatore e durante le migrazioni altri interessanti animali scelgono queste acque per una sosta.

Se per alcuni tutto questo non vuol dire nulla, per altre persone (birdwatcher, ornitologi e appassionati di caccia fotografica) si tratta di una scusa più che valida per raggiungere queste sponde e dedicarsi alla loro passione. Turisticamente, quindi, ci sarebbe il margine per avvicinare non solo il pubblico “generalista”, ma anche una fetta di utenza più specifica.

Offerta turistica per tutti

Senza andare a scomodare esempi oltre confine, è possibile constatare come già l’oasi Lipu di Massaciuccoli costituisca una realtà funzionante. Tramite la creazione di percorsi e strutture che permettono agli utenti di cimentarsi nella propria passione, è possibile osservare un flusso turistico formato da utenti appartenenti a una precisa nicchia.

A Pontecosi, secondo noi, ci sarebbero i presupposti per un’offerta turistica capace di coniugare più tipi di pubblico, ridando al lago l’attrattività dei vecchi tempi e nuove opportunità occupazionali alla sua comunità. Per conoscere la nostra idea vi invitiamo a guardare il video che trovate a inizio articolo.

Il foliage dell’autunno in una delle località più incredibili della Toscana. I colori di questa stagione ti aspettano in Garfagnana. Ecco i nostri consigli su come godersi al meglio questo periodo

Chi l’ha detto che l’estate è l’unica stagione in cui potersi godere la Garfagnana? Qui, infatti, l’autunno vi offre tutto il necessario per trascorrere una vacanza fuori dal periodo più affollato, tra clima mite, paesaggi mozzafiato, gastronomia tipica e tradizioni.

Con questo spazio vi diamo una panoramica sulle attrattive dell’autunno in Garfagnana. Che siate una famiglia, una coppia, più o meno giovani, qui troverete quello che vi serve per passare più giorni o un weekend all’insegna del benessere.

Trekking su Alpi Apuane e Appennino

Con le temperature miti e le giornate ancora abbastanza lunghe, l’autunno è un ottimo momento per scoprire la Garfagnana più autentica percorrendo i tanti sentieri che offre. Cliccando QUI e QUI trovate idee e consigli sui sentieri e le zone che meritano una visita durante questo momento. L’offerta per gli appassionati del trekking si divide tra Alpi Apuane e Appennino Tosco-Emiliano. Le prime sono riservate ad escursionisti esperti e con parecchia esperienza in montagna, ma se avete una buona preparazione fisica potete scrivere una mail a [email protected] per essere messi in contatto con guide escursionistiche che vi faranno scoprire queste cime in tutta sicurezza.

Gli Appennini sono molto più gentili e accessibili, grazie a dislivelli più contenuti e graduali. Si tratta comunque di zone di alta montagna che si spingono fino a 2.000 metri ed è necessaria prudenza oltre a buone capacità di valutazione di fattori come il meteo. Su questo versante ci sono tanti rifugi che offrono strutture molto accoglienti anche per il pernottamento e possono essere utilizzate come punti di appoggio per più giorni di camminata alla scoperta dei boschi di faggio e larice che caratterizzano la zona.

Autunno a portata di mano

Se non siete amanti delle passeggiate o non avete una preparazione sufficiente per godervi i sentieri della Garfagnana, non preoccupatevi. Questo territorio dispone di una moltitudine di strade asfaltate, percorribili in auto, moto e bici da strada. Grazie agli asfalti si possono raggiungere punti panoramici estremamente suggestivi e avere un’idea dell’imponenza di montagne come le Apuane. Da nord a sud c’è una varietà di percorsi che può accontentare chiunque, soprattutto gli appassionati di guida. A tal proposito QUI trovate un video con alcuni suggerimenti.

Altre tratte da non perdersi sono:

  • Castelnuovo di Garfagnana – Casone di Profecchia – San Pellegrino – Castelnuovo di Garfagnana. QUI il percorso.
  • Castelnuovo di Garfagnana – Isola Santa – Ceragetta – Careggine – Castelnuovo di Garfagnana. QUI il percorso.
  • Castelnuovo di Garfagnana – Poggio – Piazza al Serchio – Gramolazzo – Campocatino – Vagli – Castelnuovo di Garfagnana . QUI il percorso.
  • Castelnuovo di Garfagnana – Poggio – Piazza al Serchio – Casone Carpinelli – Pieve San Lorenzo – Minucciano – Val Serenaia – Castelnuovo di Garfagnana. QUI il percorso.
  • Castelnuovo di Garfagnana – Monte Argegna – Castagnola – Castelnuovo di Garfagnana . QUI il percorso.
  • Castelnuovo di Garfagnana – Isola Santa – Seravezza – Forte dei Marmi. QUI il percorso.
  • Castelnuovo di Garfagnana – Arni – Massa Carrara. QUI il percorso.
  • Castelnuovo di Garfagnana – Molazzana – Piglionico. QUI il percorso.
  • Pieve Fosciana – San Romano in Garfagnana – Fortezza delle Verrucole – Orzaglia – Orecchiella. QUI il percorso.
  • Pieve Fosciana – San Romano in Garfagnana – Piazza al Serchio – Sillano – Passo di Pradarena. QUI il percorso.

MTB

La Garfagnana è un paradiso per la mountain bike e ci sono infinite possibilità di godersi questo territorio in sella alla propria bici. Il nostro consiglio è quello di affidarsi alle cure delle esperte guide della zona che potete trovare ai seguenti indirizzi e dove potete noleggiare la bici più adatta alle vostre esigenze: Garfagnana MTB Sharing e Garfagnana Bike ASD.

A proposito di MTB non perdetevi questo video, su uno dei progetti che porterà in Garfagnana il primo trail center in assoluto, aperto al pubblico durante tutto l’anno. A pochi passi dal rifugio Miramonti, nei pressi della riserva naturale statale di Orecchiella, gli appassionati e i neofiti potranno cimentarsi su percorsi espressamente pensati per il divertimento in fuori strada.

Ristoranti, feste e cosa mangiare

L’autunno in Garfagnana offre alcuni dei prodotti più tipici e genuini della tradizione gastronomica locale. Funghi e i derivati della castagna sono gli ingredienti principe in questo periodo e a tal proposito vi consigliamo di godervi questi due contenuti video, per saperne di più su questo argomento (clicca QUI e QUI).  Nei tanti ristoranti della zona si possono gustare arrangiati in tante ricette diverse, ma non solo.

I mesi di ottobre e novembre, infatti, offrono la possibilità di vivere le feste dedicate ai prodotti locali di questa stagione: Cascio, Castiglione, Riana, Lupinaia, Gramolazzo a altri ancora sono occasioni perfette per trascorrere un weekend in Garfagnana, unendo queste giornate ad altre attività. In questo articolo potete trovare la lista di feste paesane da non perdervi assolutamente, con tanti appuntamenti che ritornano dopo due anni di pausa.

Raccolta funghi

Garfagnana terra di “fungai”. Qui, infatti, questo frutto del terreno è quasi una religione, ma anche un’ottima scusa per farsi una passeggiata nei boschi. In questo articolo vi ricapitoliamo tutte le norme e le regole da seguire per la raccolta e la fruizione dei boschi. Vi sconsigliamo di improvvisarvi cercatori e finire in situazioni potenzialmente rischiose, bensì di godervi la pace di questi luoghi con la giusta compagnia.

funghi in garfagnana

Per scoprire altre località, trovare le strutture più adatte a voi e molto altro visitate le sezioni del nostro sito o scriveteci a [email protected]. Buon divertimento! Vi aspettiamo.

Un dipinto? Una foto? Un ricamo? Oppure una mappa particolare? No no, pensate più… tridimensionale

Durante una consueta analisi social; no non è vero, stavamo ca**eggiando su Instagram e ci siamo imbattuti in una storia condivisa dal profilo Apuanelovers che ha attirato la nostra attenzione. Nel video si vedeva parte di un modello 3D composto da più moduli che sembrava avere la forma di una montagna e tra gli # ce n’era uno che recitava #Apuane3D.

Subito si accende una spia. La spia di quando ti rendi conto di essere davanti a qualcosa di non comune. La stessa che ci ha sempre permesso di scovare le ottime idee di tanti giovani e meno giovani, ragazzi e ragazze, che hanno messo la loro competenza, intraprendenza, capacità al servizio del territorio. E anche stavolta non ci sbagliavamo, perché oggi vi parliamo di uno dei progetti più avveniristici che la Garfagnana e in particolar modo le Alpi Apuane abbiano mai visto.

Le montagne tra le mani

Ci siamo quindi messi in contatto con Donatella Balloni, designer originaria di Antona, un piccolo borgo abbarbicato sul versante versiliese delle Apuane, che da oltre 1 anno si dedica con le proprie forze e risorse a un progetto che in fatto di promozione ha un potenziale altissimo. Quando si parla di esportare il territorio digitalmente, infatti, si pensa subito ai vari contenuti multimediali (foto/video) capaci di dare all’utente un’idea della zona a cui si interessa, integrando il tutto con le classiche informazioni scritte, tracciati gps e altro.

Per quanto, però, le tecnologie siamo costantemente in crescita e la qualità di foto e video odierna ineccepibile, non è proprio semplice dare la percezione di un ambiente in modo digitale, anzi. Nulla può sostituire un’esperienza diretta, vero, ma ci si può andare vicini ed è qui che la tecnologia 3D entra in scena.

Cos’è la stampa 3D

Prima di entrare nei dettagli ci sembra giusto spiegare un po’ meglio il concetto di stampa 3D. Nota anche come fabbricazione additiva, è esattamente l’opposto del sistema tradizionale di produzione degli oggetti. Invece di lavorare o “sottrarre” materiale per dare forma a un oggetto come uno scultore quando elimina l’argilla, la stampa 3D crea mediante sovrapposizione di strati.

 

Gli ingegneri e i designer caricano un file digitale (CAD) su una stampante 3D che produce un oggetto solido tridimensionale. Le termoplastiche sono i materiali più utilizzati, ma la tecnologia consente di adoperare anche fotopolimeri, resine epossidiche, metalli e tanto altro. Con questo video potrete approfondire l’argomento.

La svolta

Interagendo con un modello in scala di un complesso montano, una vallata, o perché no, una città è possibile elaborare profondità, prospettive, rilievi, pendenze e tutto quello che solo il nostro occhio in un’esperienza diretta può percepire, con buona pace di foto e video. Ma concretizzare un progetto del genere significherebbe aprire altre opportunità che vanno oltre la promozione del territorio.

Le applicazioni in campo didattico (di cui abbiamo già spiegato l’importanza in questo articolo) sarebbero innumerevoli e con l’intera catena stampata si potrebbe dare modo ai più giovani di rendersi conto di cosa e come siano le vette che alcuni vedono dalla finestra di casa. Si potrebbe spiegare in modo molto più coinvolgente e pratico una serie di tematiche che vanno dall’ambiente al turismo, dalla cultura alle dinamiche sociali e

Unico in tutta Italia

Donatella ci ha spiegato che in Italia c’è solo un’altra realtà che si è gettata in un progetto simile e sono i ragazzi di Territoriotipo. Loro si occupano della realizzazione di modelli in stampa 3D dei principali gruppi alpini delle Dolomiti. A questo punto, quindi,  vi consigliamo di dare un’occhiata al sito per avere un’idea del lavoro di Donatella. 

Ci sono vari complessi o singole vette e tutte possono essere stampate in diverse misure. La cosa che renderà davvero unico questo progetto, però, è il fatto che ogni montagna sarà composta da piccoli moduli da assemblare come un puzzle 3D. “Siamo partiti con il Pizzo d’Uccello – spiega Donatella -, proseguiremo con il Pizzo delle Caranche (conosciuto come il Pisanino), la Tambura, il Forato, il Sagro, il Sumbra, l’Altissimo, il gruppo della Pania e il Procinto e cosí via…”.

Il progetto si sviluppa in 3 soluzioni per 3 tipologie di utenza iniziale differente:

  • Puzzle Bambini 3/7 (commercialmente puzzle5000)

Sono moduli di 16×16 composti da 28 pezzi di puzzle estrusi cd formella, ogni formella rappresenta una piccola parte delle Apuane, sono partita dal Pizzo d’Uccello e Pizzo delle Caranche (Pisanino). Parlando di numeri, verranno realizzati circa 5000 piccoli pezzi di puzzle estrusi per formare tutta la catena apuana. Parlo di estrusione perchè i pezzi sono alti e ben maneggiabili con una superficie più adatta per i bambini che abbiamo notato, durante i test, essere ingenuamente prepotenti nell’assemblaggio. Superfici lisce e riconoscibili.

  • Puzzle Bambini 7 anni in su (commercialmente puzzle100)

Formato da 100 pezzi di puzzle estrusi in base bianca. L’utente può tracciare a pennarello i percorsi fatti, segnare i rifugi visitati e inserire una bandierina, un puntino, un accessorio ancora in sviluppo per indicare le vette raggiunte. Offriamo anche 3 modalità di pittura differente (basic, medium, premium) per accontentare tutti i portafogli. Potrà essere parzialmente o totalmente dipinta. Stiamo lavorando a 4 cromie differenti che rispettano i colori e le texture delle 4 stagioni apuane.

  • Puzzle collezionisti/GAE (commercialmente puzzle a formelle)

54 formelle da accostare, incorniciare, colorare per formare tutta la catena apuana. Da appendere come quadro, curiamo anche le cornici o da tenere su un tavolo. Di base bianca o grigia può essere colorata dal nostro pittore di diorami e non solo. L’utente può tracciare i percorsi fatti, segnare i rifugi visitati e inserire una bandierina, un puntino, un accessorio ancora in sviluppo per indicare le vette raggiunte.

  • Puzzle Istituzioni/scuole/musei

Il progetto più ambizioso è quello di realizzare una sfera di diametro 6 (sto partendo da un diametro molto inferiore come prototipo) di sole catene montuose, come un Google Earth tutto a puzzle. Ovviamente al momento, rilasciamo le Apuane, gli Appennini, le Alpi e tutte le montagne che si uniscono “alle nostre”. Il 3D puzzle Apuan Alps, infatti nasce dalle Apuane ma si estende in tutto il mondo.

  • Rispetto ambientale

Realizziamo i modelli in PLA, un materiale ricavato dall’amido di mais. Utilizziamo le bobine bianche e grigie che abbiamo in casa fino a esaurimento, unendo bianchi o grigi differenti per non creare spreco. Realizziamo una produzione su richiesta e non a catena per non avere scarti di produzione.

Miniature per dare spazio a tutti

Tutti, vuol dire inclusione totale come abbiamo potuto dimostrare portando il puzzle al Museo Statale Tattile Omero di Ancona, dove i fondatori Aldo Grassini e la moglie Daniela Botteghini, dopo aver sentito e capito le nostre Apuane toccando tutti i pezzi e le loro superfici unite distinguendo perfettamente le valli, le vette, le pianure, hanno commissionato una porzione dei loro Appennini in 100 pezzi di puzzle 3D and more.

Per il puzzle 5000 dei bambini dai 3 anni ai 7 verranno coinvolti degli artisti locali di ogni età che interpreteranno un singolo pezzettino che andrà a comporre il puzzle di una vetta. Questo per dare vita ad un progetto locale a 360 gradi, per “gridare” educatamente e didatticamente che le nostre Apuane sono veramente per tutti. Stiamo cercando di creare i “primi giochi Apuani”, primi giochi educativi in 3D che aiutano ad ascoltare i paesaggi naturali e a sollecitare dolcemente i sensi per leggerne i materiali, come le rocce dalle finiture più differenti e i colori contrastanti.

“Anche quel “tricktick” dell’incastro – spiega Donatella – voglio che ricordi il suono delle rocce che cadono quando le capre smuovono il terreno, quel terreno ad oggi creato in gran parte da larghi ravaneti, ricordando a tutti di mettere il caschetto durante alcune escursioni e di non improvvisarsi scalatori perché le “nostre” Apuane, belle quanto sono, nascondono trappole naturali da non sottovalutare”. 3D Apuan Alps é un percorso divertente ed istruttivo in continua crescita ed evoluzione che spero, in molti, potranno percorrere insieme a noi per proteggere e salvare ciò che abbiamo oggi, lasciandole vive e sempre presenti a chi verrà domani.

Chi è Donatella

Sono Industrial designer con alcune specializzazioni curate durante la mia carriera italiana ed estera. Il mercato del lavoro mi definisce UX/UI designer e CMF design, tanti acronimi per indicare una professione che progetta e disegna l’esperienza d’uso (User Experince designer) cercando di rendere e di garantire tale esperienza, facile e memorabile all’utente finale attraverso analisi di mercato e indagini del target di riferimento. Il CMF design, invece, acronimo di progettazione dei Colori, dei Materiali e delle Finiture favorisce la scelta e l’uso del prodotto finale per l’utente attraverso una corretta applicazione dei suoi colori, dei materiali e delle sue finiture. Esempio pratico è l’interno e l’esterno di un’ automobile, dalla verniciatura esterna della carrozzeria ai cerchioni, ai ricami del sedile interno, alla dashboard del cockpit e al riconoscimento dei comandi e al loro utilizzo.

Negli anni ho maturato diverse esperienze di CMF design in settori differenti, dalla progettazione di prodotti per il fitness in Technogym, al consumer electronics in Philips, all’automobile per Alcantara, motivo per il quale insegno al Politecnico di Milano, il modulo Colour & Trim, al Master di design del Trasporto dove aiuto gli studenti come ricercare e applicare il CMF per le auto del futuro. La mission, per me, è una sola in tutti i progetti ideati, realizzati e in via di sviluppo: portare consapevolezza di un territorio unico al mondo per conformazione geologica, floristica e faunistica soprattutto ai più giovani, futuri fruitori di un domani, per renderli maggiormente consapevoli e rispettosi verso un luogo da proteggere e da amare incondizionatamente.

Un piccolo sogno nel cassetto

Sicuramente ci sarebbe bisogno di più spazio per parlare di questo, ma vogliamo provare a raccontarvi di un piccolo progetto che avremmo in mente da tanto. La chiamiamo “Garfagnana in miniatura” e come si può intuire l’idea arriva dalla ben più celebre installazione della riviera riminese (Italia in Miniatura). Si tratterebbe di uno spazio, all’interno di un futuristico centro visitatori a Castelnuovo, che, oltre a fare da attrazione, servirebbe al turista per godersi in maniera alternativa e più stimolante il territorio.

 

Con questa ci sarebbe sempre la possibilità di scoprire a livello fisico la morfologia delle varie zone; basti pensare al poter vedere l’arco di roccia del Monte Forato da un modello in scala e sempre questo potrebbe essere usato per raccogliere i punti di maggior interesse, spiegare fenomeni climatici, la stessa orogenesi delle Apuane e ancora altro grazie all’impiego di tecnologie come il video mapping (qui un esempio), per simulare nel dettaglio le stagioni o addirittura attività da praticare. Diciamo che questa è una nota su cui magari torneremo più avanti, ma ci interessava parlarne per farvi capire le innumerevoli applicazioni dell’idea di Donatella e questa tecnologia.

Si chiamano Francesco Tomè e Francesco Bruschi i due giovanissimi che hanno trascorso 11 giorni sulle Apuane alla conquista delle oltre 33 vette della catena

Un viaggio lungo, faticoso, pericoloso. Un’avventura sognata a lungo, un’esperienza da fare almeno una volta nella vita se le montagne sono la vostra passione e l’occasione per scoprire un territorio e sé stessi come poche altre. La traversata delle Apuane non è cosa da poco e di recente abbiamo avuto modo di parlare con due ragazzi che si sono imbarcati in questo cammino.

Loro non sono di certo i primi che si cimentano in questa impresa, ma sicuramente gli unici, fino a oggi, che abbiano pensato a una testimonianza da lasciare a tutti noi. Quei famosi contenuti multimediali che sono al centro del nostro progetto e che anche in questo caso non potevamo lasciare in secondo piano. Questa intervista non è solo l’occasione per conoscere meglio i due protagonisti, ma anche per rivivere il loro tragitto nel cuore di queste montagne con il video che trovate qua sopra.

Francesco (Tomè) raccontaci un po’ di te e del tuo compagno di traversata, siete giovanissimi…

Sì vero, io ho 22 anni e Franci 18, ma la traversata è stata fatta quando lui ne aveva 16 e io 19, appena finito il primo lock down per la pandemia.

Da dove arriva la passione per la montagna e cosa ne pensate delle Apuane? Come le raccontereste a una persona che non le ha mai viste?

La nostra passione per la montagna nasce circa nel 2014 grazie al programma alpinismo giovanile del Club Alpino Italiano, in particolare ci siamo conosciuti sulle Dolomiti in occasione di una di queste uscite. Da lì è nata una forte amicizia, rafforzata da altre escursioni e gite, che ci ha portato a intraprendere questa traversata. Le Apuane sono montagne stupende, difficili e selvagge.

Trekking sul monte sumbra

Non sono adatte a tutti, ma i veri appassionati qui possono godere di ambienti ancora molto incontaminati, dove sentire il legame con la natura. Dobbiamo dire che l’impatto dell’escavazione in questo territorio è pesante e per buona parte del cammino è difficile non fare caso alla presenza dei siti estrattivi.

Come nasce l’idea della traversata? è un’esperienza alla portata? Vi siete trovati a fare i conti con imprevisti? Che consiglio dareste a chi vuole provare a farla?

Volevamo metterci alla prova su questi terreni e fare qualcosa insieme di originale. Dopo tante chiamate durante il lock down abbiamo deciso di programmare una traversata che avrebbe toccato 40 vette in circa 10 giorni.

Ci teniamo a dire che non si tratta di una cosa per tutti, anzi. Il nostro consiglio è quello di allenarsi parecchio, capire che tipo di ambiente è questo, il tipo di roccia e le esposizioni di alcuni tratti. Forse il miglior modo è quello di salire singole vette e poi metterle insieme, solo quando si acquisisce il giusto grado di fiducia e preparazione.

La vostra cima preferita e perché?

La mia è il monte Contrario. Con lui ho una storia particolare, perché la prima volta che provai ad affrontarlo non riuscii a concludere niente. Con Francesco sapevo che avrei dovuto vedermela di nuovo con lui e stavolta sono riuscito ad attraversarlo, sconfiggendo una mia paura.

 

Per quanto riguarda il mio collega, credo che il suo preferito sia il Pisanino, il più alto di tutti, ma anche il Pizzo d’Uccello gli piace particolarmente.

Abbiamo notato una certa inclinazione al video-making, anche voi pensate che contenuti del genere possano aiutare per la promozione del territorio?

In questo momento sto studiando cinema e fotografia all’Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano. Amo cimentarmi nelle riprese di film o documentari e credo che contenuti che promuovano a livello multimediale le Apuane possano essere un grande traino per la comunicazione dell’offerta turistica che offre questa catena.

Da un punto di vista turistico avete riscontrato criticità all’interno del parco? Dove si potrebbe intervenire per offrire un’esperienza migliore ai turisti?

Ci piacerebbe che in qualche modo si riuscisse a preservare il più possibile l’ambiente incontaminato di queste montagne. Dovrebbe essere sviluppato un modello turistico che non le snaturi, ma permetta a più persone possibili di godersele con tante attività diverse durante tutte le stagioni.

cave di marmo in val serenaia

La parte più preoccupante è relativa alle cave. Siamo consapevoli del fatto che si parla di posti di lavoro e occupazione, ma è altrettanto vero che le montagne non ricresceranno e quindi a lungo andare sarà difficile trovare una sostenibilità o conciliare questa attività con l’ecosistema circostante.

Grazie per la chiacchierata e buona montagna!

Grazie a voi per le domande, salutiamo tutti i lettori e invitiamo chi vuole a seguirci sui nostri canali social per non perdersi nessuna delle nostre avventure.

Ai parchi di Nervi, Genova, è andata in scena la più grande rassegna floreale europea. Perché non prepararsi per il 2025?

Gli appassionati di florovivaismo hanno trovato verde per i loro pollici nel periodo che dal 23 aprile è arrivato fino all’8 maggio. Questi 16 giorni hanno visto il ritorno, dopo lo stop forzato causa pandemia, di Euroflora, la più grande rassegna internazionale di questo settore. Si tratta di un evento svolto per la prima volta nel 1966 e che negli Anni ’80 è riuscito a richiamare una media di oltre 700.000 visitatori per edizione.

Quest’anno sono stati 240.000 i partecipanti e l’organizzazione guarda già al 2025 con entusiasmo sperando di contare sulla totale normalizzazione della situazione sanitaria. Ecco cosa c’è venuto in mente passeggiando per gli stand della fiera.

Questione di vetrina

L’articolo 4 del regolamento apre le porte dell’evento, tra gli altri, anche a enti pubblici o privati e la partecipazione, in caso il progetto venga accettato è gratuita. All’esposizione di quest’anno erano infatti presenti svariati comuni da tutta Italia, che attraverso le esposizioni promuovevano il proprio territorio. In questo senso la Garfagnana potrebbe utilizzare uno dei suoi “fiori all’occhiello”, l’elicriso, per partecipare creando un’area dove si promuove non solo questa specie, ma anche il territorio dove cresce.

 

Sia chiaro, l’elicriso non è una specie originaria di questa zona, ma sempre qui trova ottime condizioni per proliferare e il regolamento non richiede fiori o piante endemici del territorio che li espone. Quindi, un progetto con cui allestire uno stand che dia spazio a questo fiore e all’offerta turistica della Garfagnana potrebbe essere un modo originale per esplorare nuove forme di promozione. Tra l’altro, una volta trovato il budget e i temi le aziende vivaistiche della nostra zona potrebbero occuparsi dell’allestimento.

Cos’è l’elicriso?

L’elicriso è una pianta spontanea nota per le sue proprietà antinfiammatorie e antiallergiche, utili nelle affezioni delle vie aree e della pelle. Sull’apparato respiratorio favorisce l’eliminazione del catarro bronchiale in eccesso, attenua gli spasmi dell’asma e le infiammazioni di origine allergica della mucosa nasale.

Si tratta di una pianta che può essere facilmente coltivata e i cui fiori vengono utilizzati per ricavare gli oli essenziali. Trovate un approfondimento sulle sue caratteristiche e utilizzi QUI, mentre per conoscerla ancora meglio dal punto di vista tecnico vi lasciamo un video del Dott. Marco Pardini.

Numeri interessanti

Lato web la kermesse ha registrato un boom di contatti per il sito ufficiale rispetto all’edizione 2018 con un più 30% di visitatori unici (901.000 il totale), più 45% di sessioni e più 45% di pagine viste (3.120.000).

Le visualizzazioni dei video sono state 4.700.000. Per quanto riguarda i profili social si è registrato un incremento del 300% dei follower su Instagram passando da 3.000 ai 9.235 di oggi. Per cui sì, vale decisamente la pena considerare questo evento come possibile vetrina.

Stavolta faremmo davvero invidia ai faraoni, ma parliamo di un progetto che potrebbe avere eco a livello mondiale ed essere il primo del suo genere

Nel corso della storia l’ingegno umano ha avuto modo di manifestarsi attraverso una moltitudine di forme e generi. Tante sono le invenzioni che caratterizzano la nostra civiltà e che ancora oggi ci lasciano di stucco se solo proviamo a pensare con quali mezzi e in quanto tempo siano state realizzate.

Senza andare a scomodare alcune delle opere che rientrano tra le 7 meraviglie del mondo, è sufficiente affacciarsi sui versanti delle nostre Apuane per trovare un’opera ingegneristica da togliere il fiato. Una vera sfida alla montagna, nata per facilitare un lavoro che al tempo aveva del miracoloso. Struttura di cui oggi rimangono le tracce e che potrebbe essere la base di partenza per un progetto di recupero ed evoluzione da sogno. Ma prima…

Un po’ di storia

Negli Anni ’20 Charles Denham, ingegnere inglese, era il proprietario delle cave Piastreta sul monte Sella, nella parte centrale delle Apuane. Questa zona era tanto impervia che per il trasporto dei blocchi si rese necessaria un’opera di ingegneria industriale incredibile per l’epoca. La via di lizza più lunga e ripida delle Apuane, con 3,5 km di lunghezza, 1.270 m di dislivello e punti che raggiungono il 100% della pendenza.

La chicca di questa via di lizza è il sistema di progressione del marmo che avveniva tramite un carrello frenato: la “macchina Denham”. Lungo una monorotaia simile a quella delle ferrovie e oggi ancora visibile, i cavatori facevano scorrere i blocchi di marmo su un supporto motorizzato capace di trasportare 11 tonnellate in discesa e 5 in salita. Per scoprire di più su questo sistema cliccate QUI.

E se…

Oggi la monorotaia è diventata uno dei percorsi trekking più spettacolari di tutta la catena (QUI l’itinerario). Si tratta di un sentiero per escursionisti esperti e ben allenati visto i quasi 5.000 scalini totali, ma l’ambiente e gli scenari valgono sicuramente la fatica. Percorrendola di recente non abbiamo potuto fare a meno di pensare a come questo tratto possa essere la base per un progetto di turismo inclusivo forse mai visto fino a oggi.

Andiamo al sodo: immaginatevi di recuperare, restaurare e modernizzare la tratta per accogliere un nuovo trasporto su rotaia che dia la possibilità ad anziani e persone diversamente abili di godersi una zona delle Apuane tanto magnifica e particolare. Si tratterebbe di un unicum forse a livello internazionale e offrirebbe infinite potenzialità di sviluppo, magari anche alternativo all’escavazione se si pensa al progetto dalla A alla Z.

Immaginatevi quali potrebbero essere le sensazioni per appassionati della montagna che a causa dell’età non tornano in vetta da chissà quanto tempo, o ancora a chi per una disabilità non ci è mai stato e mai avrebbe pensato di andarci. Il contatto che un sistema del genere garantirebbe, in una zona simile per di più, va oltre quello che può dare un qualunque tipo di funivia. E ad aggiungersi al progetto ci potrebbe essere il recupero delle 3 strutture presenti della zona, che potrebbero essere convertiti in bivacchi o musei sulla montagna in modo da diventare a loro volta un’attrazione turistica.

Se non altro

Non siamo ingegneri, certo, ma capiamo benissimo la complessità e le risorse che richiederebbe un’opera del genere. Senza parlare dei problemi da risolvere in fatto di sicurezza, sostenibilità del progetto, gestione e altro ancora. Siamo sicuri, però, che negli anni sono state avviate opere forse più faraoniche di questa poi conclusesi in un nulla di fatto, o che ce ne sono altre di pari portata e dubbia utilità di cui si parla ancora (QUI un esempio).

In più vogliamo rivolgere un appello al Parco delle Alpi Apuane affinché intervenga in quest’area, specialmente nel punto del percorso dove è situato il ricovero dei cavatori. Tale tratto è caratterizzato da una serie di rifiuti che non solo compromette l’immagine idilliaca dell’area, ma rischia di danneggiare l’ambiente, dato che, ad esempio, il tetto della struttura qui presente è in fibrocemento contenente amianto (eternit).