Il 2022 sarà l’anno in cui il paese di Fabbriche di Careggine (o quel che rimane) riemergerà dalle acque del lago di Vagli, vediamo pro e contro.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quell’estate 1994, quando il paese dei fabbri bresciani tornò a vedere la luce del sole. Oltre 1 milione di visitatori stimati in quella stagione, provenienti da ogni parte d’Italia e non solo, per passeggiare tra le rovine del borgo che fino a oggi è rimasto custodito dalle acque del bacino artificiale noto a tutti come lago di Vagli.

In questo articolo non ripercorreremo la storia dell’abitato e nemmeno le vicende che hanno portato alla costruzione della diga con il conseguente inabissamento del peasino. Piuttosto ci piacerebbe riflettere su come, allo stato attuale di organizzazione e gestione turistica in Garfagnana, lo svuotamento del lago e l’arrivo di milioni di persone non sia più un rischio che un guadagno.

Prima le buone notizie

Sappiamo che per molti potrebbe trattarsi di un tema inatteso o di un ragionamento sprovveduto. “Ma come? – vi chiederete – un afflusso tanto importante e imponente in Garfagnana come può rappresentare un rischio?” Eppure, al pari di tutte le cose, anche qui ci sono vantaggi e svantaggi. Partiamo con il i numeri; abbastanza da mandare fuori giri tutte le strutture relative a ricezione e ristorazione del comune interessato e di quelli limitrofi.

 

Non solo, se si parla di viabilità e infrastrutture bastano pochi attimi per capire che Vagli non ha la capacità di poter far fronte e reggere il flusso che si prospetta per un evento come questo. Il transito sulla strada che porta al paese sarebbe addirittura difficoltoso per le navette, che smaltirebbero più persone e alleggerirebbero i parcheggi, ma anche quando si parla di spazi per sostare Vagli non brilla.

Questione di stare al passo

Il mondo è cambiato, ma questa è un po’ da sempre una prerogativa del mondo in cui viviamo. Il fatto che niente sia costante ha sempre definito la società e i cambiamenti non hanno mai aspettato nessuno. Ancor di più c’è che l’accelerazione subita dal mondo negli ultimi 10-15 anni è qualcosa che raramente si è visto nella storia e per intere generazioni rimanere al passo è stato difficile, se non impossibile.

Dal 1994 non solo si è compiuto l’avvento di internet, ma sono arrivati anche i social media, gli smartphone e altro ancora. Un ecosistema tecnologico capace di connettere miliardi di persone e di esporre (attenzione a questa parola) qualsiasi cosa a una visibilità quasi illimitata. Un esempio? Nella foto riportiamo un post di una pagina relativa a video e fotografia con droni, dove nella descrizione si pubblicizza lo svuotamento del lago e si consiglia di farsi trovare pronti con l’attrezzatura per portarsi a casa degli scatti unici. Ben venga, diciamo noi, ma dando un’occhiata ai numeri (mi piace, commenti, condivisioni) è lampante come con poco si riesca a spargere la notizia ovunque. Per questo, se tutto andrà come deve andare nel 2022, è lecito aspettarsi un’invasione degna dei tempi degli Unni in Cina.

Siamo pronti?

Ed è qui che scopriamo l’altra faccia della medaglia, quella dove non è tutto oro quello che luccica, anzi. Eh sì, perché il lago di Vagli e il relativo svuotamento, nel corso degli ultimi anni, si sono ritagliati il ruolo di deus ex machina per il turismo in Garfagnana, le chiavi per la ripartenza. Ma può essere davvero così semplice? Ecco cosa pensiamo noi.

 

Riportare alla luce il borgo sommerso attirerà centinaia di migliaia di persone sul territorio ed esporrà questa zona all’attenzione di stampa, social e persone in carne e ossa. Perché la Garfagnana possa massimizzare il ritorno d’immagine come Territorio da questa circostanza ci sarebbe bisogno di:

  • una strategia di comunicazione studiata ad hoc per l’occasione (dovrebbe già essere in marcia in questo momento).
  • Una struttura digitale capace di indirizzare l’attenzione dell’utente (quindi il turista quando è ancora a casa) anche sul resto dell’offerta.
  • Una simile che raccogliesse l’offerta dei privati in merito al turismo esperienziale, per far capire a tutti che il tempo di permanenza potrebbe essere ben superiore alla semplice giornata per visitare il paese sommerso.
  • Ancora, la realizzazione di pacchetti che approfittino dell’evento per far scoprire aspetti legati ad enogastronomia e cultura, ad esempio: la creazione di visite guidate nei dintorni di Vagli alla volta di mete come l’Eremo di San Viviano, e le vette Apuane della zona. Tutte cose che, al momento purtroppo latitano e che non è semplice mettere in piedi dal giorno alla notte (il tempo che in proporzione ci separa dall’avvenimento tanto atteso).

Il risultato

Come andrebbe a finire allo stato attuale? Successone di pubblico per il piccolo borgo in fondo al lago, ma grande spreco per il resto del territorio. Sì, perché senza una guida, senza una bussola virtuale per orientarsi quello che si limiterebbe a fare la stragrande maggioranza dei visitatori sarebbe: recarsi a Vagli, vedere il paesino, farse un salto a Campocatino, alle cave o nel resto della zona, mangiare un piatto al ristorante per poi tornare a casa e rispondere così alla domanda “cosa c’è in Garfagnana?” “Un piccolo borgo che rivedremo forse tra 20 anni, ma Vagli è carino, merita farci un salto!”.

Siamo sicuri di volerci far scappare questa botta di visibilità capace davvero di risollevare le sorti di tutto il territorio se sapientemente sfruttata? A voi le considerazioni.

Strade che hanno ospitato leggende del ciclismo, salite toste e panorami mozzafiato, con l’estate la Garfagnana diventa il paradiso dei ciclisti.

Chilometri e chilometri di asfalto da macinare in sella alla propria bici, capaci di farvi scoprire tutte le bellezze di questo territorio. Borghi, montagne, laghi e altro ancora vi aspettano in Garfagnana, che con l’arrivo della bella stagione diventa un parco giochi in cui perdersi per gli appassionati della specialità. Ci teniamo a precisare che questo video non contiene nemmeno la metà della metà dell’offerta a disposizione per gli amanti delle due ruote a pedali, ma vuole essere un appetizer per scoprire il territorio, magari in compagnia degli amici.

Sono tante e diverse le strade che si possono affrontare e adatte a tutti, dai professionisti più allenati a chi ha appena cominciato e non vuole affrontare tratti troppo impegnativi. Insieme al nostro rider Pietro Santini vogliamo darvi qualche spunto sulla zona delle Alpi Apuane, Appennino Tosco-Emiliano e quella dei laghi nella parte più a nord del territorio. Ci teniamo anche ringraziare il nostro partner, Alessandro Iori di Cicli Maggi 2 per aver supportato la realizzazione di questo video. Alessandro vi aspetta nel punto vendita di Castelnuovo Garfagnana in via Baccanelle 9 per la vendita e l’assistenza su ogni tipo di bicicletta.

Le nostre proposte

Con 553 km quadrati di estensione lo spazio per sbizzarrirsi con i pedali non manca e riportare tutti i percorsi e i tuor in questo articolo sarebbe praticamente impossibile. Trovate comunque alcuni consigli nella sezione dedicata al ciclismo su asfalto del nostro sito (clicca qui). Qui vi indiriziamo verso itinerari dove, oltre a trovare ambienti freschi in estate, potrete entrare in contatto con la natura, la storia e tanta della cultura che caratterizza la Garfagnana.

Careggine e Isola Santa

Il primo giro è uno dei grandi classici e può essere affrontato in più modi. Se volete qualcosa di light vi consigliamo di seguire la SP 13 da Castelnuovo fi Garfagnana in direzione Isola Santa, che con il suo salire graduale non rappresenta una grande sfida. In questo modo si ha la possibilità di affrontare l’ultimo settore in discesa e ritornare a Castelnuovo meno affaticati. Al contrario vi consigliamo un riscaldamento adeguato prima di affrontare il primo settore, che sale con strappi tosti fino a Cerretoli, Croce Stazzana e Pierdiscini.

vista sul borgo di isola santa

Isola Santa e il lago color smeraldo che la circonda

Tutto il resto è in discesa fino a Isola Santa e Castelnuovo e nel caso vogliate fermarvi per fare un giro dentro i borghi che si trovano sul percorso dovete mettere in conto quasi una mattinata intera per fare tutto.

Da Castiglione a Sassorosso

Lasciandosi le Apuane alle spalle si va verso il confine che ci separa dall’Emilia, l’Appennino Tosco-Emiliano. Per questo giro si parte da Castiglione di Garfagnana, uno dei borghi più belli d’Italia, e si punta dritti verso Chiozza, una delle frazioni con la miglior vista su tutta la valle. Siamo di fronte a uno dei percorsi più tosti in assoluto visto che ad attenderci, se si decide di arrivare a San Pellegrino in Alpe, ci sono le rampe. Un tratto con una pendenza media del 18% che per 3 edizioni ha ospitato una tappa del Giro d’Italia. Si tratta un settore tosto che non dà tregua e per superarlo bisogna metterci tutto l’impegno possibile.

Sassorosso in Garfagnana

Sassorosso, uno dei borghi più suggestivi della Garfagnana

Una volta raggiunto il paese più alto dell’Appennino Tosco-Emiliano le cose si fanno più semplici. La strada scende verso il Passo delle Radici e dopo il bivio che porta a Modena prosegue verso il Casone di Profecchia, noto centro sciistico della Garfagnana. Gli appassionati della discesa troveranno pane per i loro denti una volta arrivati a questo punto, visto che la strada scende fino al punto di partenza (Castiglione), con una discesa tutta da guidare. Prima, però, dovete per forza fermarvi a visitare Sassorosso, uno degli abitati più caratteristici di tutto il territorio.

I laghi

Il nostro video si conclude con un tour più semplice e meno impegnativo, quello che da Castelnuovo vi porta nella parte settentrionale della Garfagnana, alla scoperta dei laghi. Utilizzando la SRT 445 rad dal capoluogo si pedala in direzione San Romano e da qui si prosegue per Piazza al Serchio. Seguendo le indicazioni per Minucciano si arriva ad uno degli specchi d’acqua più grandi della zona, il lago di Gramolazzo.

Vista sul lago di Gramolazzo

Il Lago di Gramolazzo ai piedi del monte Pisanino

Questa è sicuramente una delle migliori location per trascorrere una o più giornate o addirittura l’interva vacanza. Per gli appassionati del genere è presente un camping e da qui si può partire alla volta di numerose destinazione, come i borghi che circondano tutta l’area (Gorfigliano, Castagnola, Minucciano), ma anche praticare attività sul lago, grazie al noleggio di pedalò, canoe e sup o divertirsi in appassionanti gite a cavallo o in sella alle e-bike. A pochi minuti in auto ci sono anche mete come Campocatino, Vagli e l’omonimo lago. Una più imperdibile dell’altra.

Il giusto omaggio a trail da sogno e luoghi spettacolari che hanno forgiato alcuni dei più grandi atleti della disciplina

“This is Home”, basta il nome per capire l’obiettivo di questo ambizioso e magistralmente eseguito progetto a cura del brand giapponese che lavora nel campo della componentistica e accessori per biciclette. Jill Kintner, Carson Storch, Greg Minnaar, Tom Van Steenbergen, Thomas Genon, Richie Rude, Tahnnée Seagrave e altri ancora sono i protagonisti di questi meravigliosi corti che ripercorrono il cammino di ognuno, dalle origini alle vittorie, raccontando il legame con il territorio che ha permesso loro di scoprire e realizzare i propri sogni.

Potete godervi tutta la serie direttamente sul sito (clicca qui) o sul canale YouTube (clicca qui) della compagnia, cosa che consigliamo vivamente. Noi, invece, per riflettere ci concentriamo su un video in particolare, quello dedicato a Casey Brown. Classe 1990 e portacolori del marchio Trek, Casey è una delle biker più di successo nel mondo del freeride e la sua storia è quella che ci ha colpito maggiormente in quanto il concetto di casa è il meno scontato.

Lungo viaggio

Insieme ai 4 fratelli più grandi Casey lascia la Nuova Zelanda all’età da 11 anni, dove fino al momento viveva in una fattoria di 120 ettari. La famiglia si sposta a Revelstoke una cittadina della British Columbia in Canada, caratterizzata da un ambiente radicalmente diverso. Sono le montagne che la fanno avvicinare prima allo sci e allo snowboard per passare poi alle due ruote e dare il via al cammino che dopo 14 anni la vede sul tetto del mondo di questa specialità.

Nel video la giovane racconta di come grazie al fratello e al territorio circostante abbia scoperto la passione per questo sport e di come, sempre grazie ai trail della zona, abbia avuto modo di allenarsi per arrivare a conquistare il secondo posto nel campionato canadese nel 2011, piazzandosi sedicesima a livello mondiale. Una cosa che ci piace pensare è come il territorio e la natura siano riusciti a ispirare questa ragazza dopo essersi spostata dall’altra parte del mondo e non è tutto.

Voglia di costruire

Altro punto della narrazione che ci ha colpito è quando Casey racconta di come all’inizio questo sport non fosse troppo considerato dalla comunità locale, con lei e gli amici costretti a costruire i primi percorsi in modo abusivo, usando materiali di scarto per i salti e il resto. Successivamente ogni percorso non solo è stato legalizzato, ma sono state anche create delle società per garantire la sicurezza e l’accessibilità sui tracciati. Da qui si è pure riusciti a farli diventare una meta turistica per tutti i rider.

Da semplice passatempo, quindi, a risorsa che annualmente contribuisce a creare benessere in questa piccola comunità che conta circa 7.500 abitanti (poco più di Castelnuovo di Garfagnana). Un’attività nata dai giovani e consolidatasi grazie all’aiuto del pubblico, che ha strategicamente deciso di investire e puntare su ciò che più è affine al territorio circostante. Esempio lampante di come sfruttare le potenzialità della Garfagnana da questo punto di vista.

Ispirazione

In qualche modo, credo che le montagne abbiano plasmato le persone di questa città“. Ecco la citazione che racchiude l’essenza di questo contenuto, che riflette in gran parte il nostro credo e che si pone in modo diametralmente opposto a quanto succede qui, visto che in Garfagnana sono le montagne a essere plasmate. Questa storia è la prova che vivere del territorio non solo è possibile, ma anche necessario.

Perché se Casey non avesse avuto niente di tutto questo a disposizione magari adesso non sarebbe dov’è. Oggi più che mai dobbiamo far sì che i giovani possano sentirsi ispirati da questo posto per coltivare le proprie passioni. Il vero passo in avanti sarebbe renderli semplicemente consci di cosa c’è davvero intorno a loro, anche se il territorio, il turismo ecc non saranno mai argomenti di loro interesse.

Garfagnana trail’s

Che ne dite? Potrebbe essere questo il nome di una serie dedicata ai sentieri della Garfagnana da godersi a bordo della propria due ruote? Più precisamente l’idea sarebbe quella di raccogliere sotto forma di contenuti multimediali i vari percorsi, sia quelli più vicini ai centri urbani che quelli più selvaggi di Apuane e Appennino. In questo modo i numerossissimi appassionati della disciplina potrebbero avere una guida completa sui sentieri che li attendono per una vacanza a pedali indimenticabile.

Eike Schmidt ha raggiunto Castelnuovo di Garfagnana e Castiglione per valutare gli spazi di Rocca Ariostesca, Fortezza di Mont’Alfonso e non solo

Il museo degli Uffizi è al centro di un progetto volto ad esportare le opere della Galleria su tutto il territorio della Toscana, al fine di avvicinare l’arte alle persone in questo periodo difficile. Si tratta di un’opportunità da non perdere per la nostra zona, visto che tra i candidati per l’iniziativa c’è anche la Garfagnana con i comuni di Castelnuovo e Castiglione.

Per adesso sarebbero stati individuati una sessantina di siti per questo progetto, ma lo stesso direttore della Galleria, Eike Schimdt, ha detto che vorrebbe far arrivare questo numero a 100. “L’arte non può viveve solo di grandi musei e gallerie – espone il direttore – ma ha anche bisogno di una prospettiva policentrica distribuita il più possibile sul territorio. Gli Uffizi diffusi invece servono per portare quasi a casa delle persone opere d’arte che attualmente non può vedere nessuno”.

I dettagli

Vittorio Fantozzi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, aveva invitato Schmidt a visitare la Garfagnana, in particolare Castelnuovo e Castiglione, per rendersi conto di persona delle possibilità che il territorio offre in merito al progetto di diffusione della cultura. “Il direttore Schmidt è venuto in Garfagnana sposando una nostra idea, quella di offrire il nostro territorio come location per gli “Uffizi diffusi”. Il 15 febbraio abbiamo inoltrato la richiesta per avere un appuntamento e il 3 marzo abbiamo incontrato Schmidt agli Uffizi. Il 7 aprile il direttore ha raggiunto i siti da noi indicati. La giornata è stata positiva e non si può fare altro che ben sperare per questa iniziativa ”

Le parole di Schmidt

Questi luoghi sono caratterizzati da una forte identità, che proprio in questo momento, grazie a opere di vario genere viene recuperata e resa fruibile a tutti. Il progetto “Uffizi diffusi” vuole infatti unire l’importanza a livello storico di un territorio con le sue bellezze naturali. La cultura sarà sicuramente un tema importante pensando alla ripartenza del paese, ma da sola non basta. Ci sarà bisogno di soddisfare tutte le esigenze a livello di comunicazione e dare la possibilità all’arte di muoversi, raggiungendo centri e spazi che fino ad oggi non sono stati presi in considerazione.

Il nostro punto di vista

Approfittare della partnership con un’istituzione del genere (nel 2019 museo più visitato d’Italia e nella top 10 mondiale) garantirebbe un notevole ritorno d’immagine per la zona e la possibilità di accostare il proprio nome ad altre realtà più note del circuito turistico toscano. Certo è che, come sottolineato dallo stessto Schmidt, da sole queste opere non basteranno per attrarre persone o aumentare la forza del brand (al momento debole) della Garfagnana. A corredo dell’operazione ci sarà bisogno di una campagna di contenuti multimediali capaci di intercettare l’utente sensibile ed appassionato ad un tema come questo per fargli sapere che, per un periodo, qua potrà trovare non solo natura, attività, gastronomia e altro, ma anche la cosa a cui è più affezionato, in questo caso l’arte.

Inizia con il nostro format dedicato ai luoghi di interesse storico culturale il viaggio alla scoperta del comune di San Romano in Garfagnana e della sua offerta turistica

Ben ritrovati in questo episodio extra della nostra serie per conoscere meglio le piccole gemme del territoro sotto il profilo storico. Più in particolare si tratta del primo episodio di una serie dedicata al comune di San Romano in Garfagnana, #visit SAN ROMANO IN GARFAGNANA, per farvi scoprire tutta l’offerta in termini di cultura, ambiente e attività di questa parte di territorio.

san romano garfagnana

In questo primo capitolo vogliamo darvi un suggerimento in merito a una location da non perdere assolutamente durante un soggiorno qui da noi, ma nei prossimi video che arriveranno tratteremo anche altri temi. Non macherà la natura, visto che il comune comprende parte del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, lo sport, grazie a un progetto tutto nuovo che punta sulle due ruote a pedali e le attività per famiglie. Rimanete connessi.

Il contesto

San Romano è uno dei borghi più caratteristici della Garfagnana, con il suo centro storico perfettamente conservato e con la sua posizione che regala una vista strepitosa su gran parte della zona. Da qui lo sguardo si perde sull’anfiteatro delle Alpi Apuane e corre a perdita d’occhio verso sud. Il paese sorge sulle sponde dell’Appennino Tosco-Emiliano e si hanno notizie di questo centro fin dall’antichità.

 

Sono stati numerosi, infatti, i ritrovamenti archeologici di necropoli liguro-apuane che testimoniano la presenza di insediamenti. Inoltre, sempre in questa zona, troviamo anche tracce del percorso relativo all’antica Via Clodia Nova, la strada che permetteva di transitare dalla Toscana alla Lunigiana, costruita circa nel 180 a.C.

La Fortezza delle Verrucole

La gemma di questa zona è sicuramente la Fortezza delle Verrucole, curata dal progetto Archeopark. Il nome deriva proprio dalla sua posizione rialzata rispetto al resto degli insediamenti, che la rendeva un punto strategico fondamentale per la difesa delle terre circostanti. La sua storia ha inizio intorno al X secolo e da lì ha inizio la contesa di questo forte tra una lunga serie di dominatori. Tra i primi e più famosi ci sono i Gherardinghi, nobile famiglia longobarda, ma le sembianze odierne della struttura sono dovute al dominio estense e in particolare all’intervento dell’architetto Marco Antonio Pasi, a cui fu affidato il compito di rivedere alcune opere militari della Garfagnana.

Fortezza delle Verrucole

 

La posizione, una volta strategica, oggi offre un panorama mozzafiato su Appennino, con la Pania di Corfino che fa bella mostra di sé, e sulle Apuane che formano un anfiteatro naturale unico nel suo genere. A est ci sono la rocca quadra e la cannoniera, mentre a ovest troviamo il gioello della Fortezza: la rocca circolare. Oltrepassare la soglia significa tornare indietro nel tempo, grazie ad un ambiente che preserva i tratti dell’epoca e che tramite guide in abiti storici permette di conoscere meglio un mondo lontano anni luce.

Adatta alle esigenze di tutti

La visita alla Fortezza e i suoi dintorni è adatta per riempire un’intera giornata di vacanza, ma è anche un’ottima meta per il weekend. La visita guidata dura circa un’ora e da qui si può preseguire autonomamente per scoprire tutti gli spazi. Nella torre, grazie a lavori di sapiente restauro, è possibile trovare una serie di sale allestite come nel passato, dal mobilio, alle armi fino ai più piccoli oggetti di uso quotidiano. Anche la cucina non fa eccezione e rende bene l’idea di come fosse organizzato questo ambiente all’epoca.

Fortezza delle Verrucole

Ovviamente, come si conviene ad una struttura di questo tipo, ci sono tutte le dotazioni per consentire la fruizione anche ai diversamente abili. Grazie ad un impianto che utilizza una monorotaia è semplice raggiungere la Fortezza e con l’ascnsore si possono visitare tutti gli ambienti interni. Il resto del forte è stato dotato di soluzioni che consentono di muoversi in tutta sicurezza e semplicità.

Come arrivare

Raggiungere la fortezza è molto semplice dato che si trova a circa 5 minuti in macchina da San Romano, ottima scusa per arrivare a piedi se si soggiorna qui. Da Lucca è necessario seguire la SR 445  verso Castelnuovo di Garfagnana e da qui seguire le indicazioni per San Romano (clicca qui per avviare la navigazione). In treno è preferibile se si parte da Lucca fermarsi alla stazione di Castelnuovo di Garfagnana e organizzare il resto del viaggio con un servizio di trasporto come taxi o NCC, mentre da Aulla si può scendere per convenienza alla stazione Villetta-San Romano (clicca qui per cercare un treno). Sempre con il trasporto pubblico è possibile raggiungere Castelnuovo dalle città vicine come Lucca, Pisa, Firenze e la Versilia, ma anche in questo caso consigliamo di procedere da qui con i mezzi sopra citati. Buona avventura.

Concludiamo il nostro primo viaggio alla scoperta dei sapori del territorio con la farina di Formentone 8 File, uno dei prodotti più autentici di questo territorio

Quarto episodio del format per scoprire tutto il buono del territorio e il protagonista di oggi è di nuovo un cereale. Stiamo parlando di una specie di mais chiamata Formentone 8 File, caratterizzata per l’appunto da 8 file di chicchi intorno al tutolo. Questi si distinguono per una forma schiacciata e un colore che va dal giallo-oro della varietà principale al rosso intenso di una variante meno diffusa. Dalla sua macinazione si ottiene una farina piuttosto grossolana che regala alla varie preparazioni un gusto intenso e inconfondibile.

Al giorno d’oggi, vista la sua scarsa diffusione, è considerata una specie in via di estinzione. Fortunatamente in Garfagnana alcuni agricoltori hanno fatto squadra per cercare di non perdere questo alimento che abbiamo deciso di interpretare come piatto ottimo per un aperitivo o come seconda portata.  Prima di cominciare vogliamo ringraziare i nostri partner che hanno reso possibile la realizzazione di questa serie. Parliamo del punto vendita Castelli in Via Farini a Castelnuovo del gruppo Carrefour di A.Baiocchi, che ha fornito tutti i prodotti tipici che vedrete nei video, e Centro Casa di Bonaldi sempre a Castelnuovo in via Garibaldi, che ha messo a disposizione tutte le attrezzature per le preparazioni affrontate.

Ricetta

Per quanto riguarda il procedimento con tutti i dettagli vi lasciamo al video in apertura, mentre in maniera sommaria possiamo riepilogare così i passaggi. Si parte unendo l’acqua alla farina di Formentone e si mescola fino ad ottenere una consistenza simile a quella della polenta. Successivamente si lascia riposare il composto e si procede con la preparazione dei ceci, che andranno frullati per essere poi uniti alla farina. Da qui si va avanti con la salsina, che useremo per impiattare le polpette, unendo il formaggio con un po’ di panna e amalgamando il tutto per bene. Ricordatevi di tagliare a cubetti il formaggio a pasta filata per il ripieno. Da qui riprendiamo la farina, che uniremo ai ceci e una volta mescolato per bene l’impasto procederemo alla formazione delle polpette. Per la panatura abbiamo utilizzato un pan grattato aromatizzato alla Curcuma, ma voi potete scegliere quello che preferite. Portiamo l’olio a 180 gradi e friggiamo le polpette, anche se chi vuole qualcosa di più light può tranquillamente cuocerle in forno.

Ingredienti:

125 g farina di Formentone 8 File

150 g di ceci

5 pugni di Pan Grattato

1 uovo

Parmigiano Reggiano

Formaggio a pasta filata

Panna

Robiola

Altre ricette con il Formentone 8 File

Come gli altri protagonisti di questa serie si tratta di un ingrediente molto malleabile e capace di adattarsi a diverse preparazioni. Tra quelle che vi consigliamo c’è l’immancabile polenta, che a sua volta può essere servita calda o dopo una notte di riposo in frigorifero si può tagliare e cuocere al forno o friggere.

Sempre in tema salato ci sono le crespelle, anche queste molto semplici e veloci da preparare e a loro volta ottime per tante occasioni diverse.

Se cercate qualcosa di dolce, invece, potete ripiegare sui classici biscotti alla farina di Formentone, veloci e semplici da preparare. Volendo poi potete interpretarli in tutte le salse.

Anche i muffin sono una preparazione che si adatta benissimo a questo ingrediente e il risultato è una pasta densa e saporita davvero inconfondibile.

Proprietà

Il chicco è un prodotto nutriente anche più della farina. Il colore giallo intenso è dato da un carotenoide, la zeaxantina, ad azione antiossidante. Contiene vitamina A, vitamina E e vitamina PP. Ma le componenti più significative e importanti del seme di mais sono rappresentate dall’amido e dalle proteine, che avendo un elevato contenuto di amminoacidi essenziali sono fondamentali per la formazione dei tessuti del corpo umano. Inoltre i celiaci possono consumare alimenti a base di farina di mais, proprio perché il cereale non forma glutine a contatto con l’acqua.

Erzberg Rodeo, Romaniacs, Extreme XL Lagares e altro ancora. Queste le gare a cui si sarebbe affiancata la tappa garfagnina del “FIM Hard Enduro World Championship”

E cos’è il FIM Hard Enduro World Championship? Direte voi. Domanda più che legittima, visto che tra l’altro si tratta di un “nuovo” ramo all’interno delle competizioni motociclistiche FIM. Dopo anni di vita sotto il nome di WESS (World Enduro Super Series), infatti, dal 2021 questa specialità apre le porte a professionisti e amatori, all’interno di un campionato composto da 8 appuntamenti e inserito a tutti gli effetti nel calendario delle competizioni marchiate FIM.

La specialità consiste in un format di gara che vede i piloti e le moto impegnati in manovre e percorsi più vicini a quelli del trial che alle classiche linee e fettucciati. Qui fanno la differenza gli specialisti che nel corso degli anni hanno affinato mezzi e tecnica per essere efficaci in situazioni dove molti di noi faticano anche a passare a piedi. La nostra zona, per qualche anno, è stata a contatto diretto con questo circus, che al tempo rispondeva al nome di Hell’s Gate.

Le potenzialità

Proprio dall’Hell’s Gate vogliamo ripartire, visto che già in quel contesto era possibile avere un’idea chiara del ritorno d’immagine a cui è sottoposto il territorio durante una manifestazione del genere. Oltre al numero di persone che raggiungono fisicamente il luogo (anche 100 solo i piloti), c’è da considerare la caratura dei primi e dei media che li seguono nelle loro avventure. A coprire l’evento pensato nei primi anni 2000 da Fabio Fasola, infatti, assieme al gran numero di testate di settore c’era anche RedBull TV, realtà che non ha di certo bisogno di presentazioni.

Per esempio, date un’occhiata ai servizi sulla gara di questo canale specializzata nel mondo degli sport estremi. Non ci vuole molto a capire la portata e il ritorno in termini di visibilità sul territorio. E se ci immaginiamo una possibile cooperazione di una società come la nostra, per la creazione di contenuti ancora di più concentrati sul promuovere la zona, si fa presto a capire che un evento del genere sarebbe una boccata di ossigeno per la promozione. Oltre al fatto che aprirebbe le porte a svariate potenzialità che ruotano attorno al settore del turismo esperienziale.

La vicenda

Abbiamo paraltro della possibile presenza della Garfagnana, in particolare del comune di Gallicano, all’interno del calendario 2021 della specialità con Michele Bosi, atleta che milita come professionista in questa disciplina da anni e che ha già conseguito risultati di rilievo. Michele ci ha raccontato di aver inizialmente cercato di gettare le basi per l’organizzazione della gara sul nostro territorio, con la piena approvazione del comune sopra citato.

Il titolare di Bosi Off Road Srl ci ha detto che la problematica più grande in cui si è imbattuto non è stata l’individuazione dei percorsi o in generale la creazione del tracciato, bensì il fatto che questo, bene o male, attraversasse un alto numero di proprietà private. Da qui, in breve, la scelta di spostarsi all’Abetone, dove la gara attraverserà solo 2 proprietà di soggetti che, a quanto pare, hanno ben chiaro i vantaggi che porterà questo evento, soprattutto una volta usciti dalla situazione che stiamo vivendo adesso.

Limiti, considerazioni e stimoli

Michele si è detto dispiaciuto di non essere riuscito a mettere in piedi una manifestazione così inportante a due passi da casa sua (Barga), ma con tanta burocrazia davanti e la gara a pochi mesi di distanza sarebbe diventata un’impresa. Peccato diciamo noi, per quanto esposto nel primo paragrafo. Un’occasione che se ne va (speriamo solo per questo anno) e che ci fa riflettere su alcuni limiti del territorio quando si trova davanti a opportunità tanto ghiotte.

Senza prendere in considerazione le sterili polemiche ambientaliste di chi si lamenta per  un giorno di gara quando magari in casa si scalda con il gasolio, ci sentiamo di dire che uno dei punti su cui le istituzioni dovrebbero concentrarsi maggiormente è la sensibilizzazione dei cittadini su temi come questo e arrivare a intese capaci di smaltire, velocizzare e snellire gli iter organizzativi in situazioni simili. Crediamo inoltre che il territorio abbia da guadagnarci anche sotto l’aspetto pratico.

In un frangente del genere non è inverosimile pensare che il bosco (che di recente ha dimostrato di essere stato lasciato parecchio a sé stesso) avrebbe avuto bisogno di una sistemata e una volta finita la gara non sarebbe una cattiva idea provare ad impiegare il percorso creato per i tuor in e-bike, cavallo o moto alla scoperta delle frazioni di Gallicano o Fabbriche di Vergemoli. E da qui arriva la nostra richiesta alle istituzioni di lavorare preventivamente a progetti di questo genere, per dare la possibilità ai privati tanto volenterosi, come Michele, di portare sul territorio eventi importanti per il benessere di un’intera comunità.

Laghi e fiumi incontaminati che offrono un’ittiofauna ricca e sana. Stavolta portiamo in tavola uno dei pesci più diffusi in Garfagnana, la trota

Farina di castagne, farro e adesso arriva il momento di abbandonare la terra per fare un tuffo nelle acque cristalline dei corsi d’acqua del territorio. Protagoniste di questo terzo appuntamento di Garfagnana da Gustare, serie dedicata a tutto il buono che quest’area ha da offrire, sono le trote. Anche se non rinomate come altri alimenti o conosciute allo stesso modo, sono un genere che rappresenta un’ottima alternativa nostrana al salmone. Questa specie, infatti, offre un apporto molto alto di Omega 3, ma risulta più digeribile e meno grassa.

Solitamente nell’offerta della ristorazione locale questo ingrediente viene interpretato con il classico filetto al forno, ma ci sono molti modi per godersi il suo sapore delicato e caratteristico. Prima di cominciare vogliamo ringraziare i nostri partner che hanno reso possibile la realizzazione di questa serie. Parliamo del punto vendita Castelli in Via Farini a Castelnuovo del gruppo Carreffour di A.Baiocchi, che ha fornito tutti i prodotti tipici che vedrete nei video, e Centro Casa di Bonaldi sempre a Castelnuovo in via Garibaldi, che ha messo a disposizione tutte le attrezzature per le preparazioni affrontate.

Ricetta

Non si tratta di una preparazione complessa, bisogna solo stare attenti a rispettare bene l’ordine dei vari passaggi. Nel video Rosa vi spiegherà il procedimento nei minimi dettagli, ma in breve ecco come procedere: Si comincia con l’unire panna e latte in un pentolino a fuoco basso, mentre in una bacinella d’acqua fredda vanno immersi 3 fogli di colla di pesce. Dopo aver sfilettato la trota e tolta la pelle bisogna tagliare una parte del filetto in maniere più fine, mentre un’altra va fatta a cubetti, visto che sarà utilizzata come guarnizione. A questo punto frullate la parte più fine e aggiungetela al composto di latte e panna che dovrà essere ben caldo. Unite anche il Parmigiano e una volta spento il fuoco inserite la colla di pesce. In seguito dovrete versare il composto negli stampi, lasciar raffreddare a temperatura ambiente e lasciare che il tutto trascorra una notte in frigo. Per l’impiattamento vi suggeriamo di non perdervi il consiglio di Rosa.

Ingredienti:

100 g filetto di trota

100 ml latte

300 g latte

colla di pesce 3/4 fogli

Parmigiano Reggiano

sale, pepe QB

Altre ricette con la trota

Come accennato in questo caso parliamo di un piatto ottimo come antipasto, ma se cercate qualcosa di più sostanzioso da portare in tavola la trota non vi deluderà. Il filetto al cartoccio è altrettanto stuzzicante e può essere servito come portata principale, ma c’è anche la possibilità di utilizzarla come ingrediente per condire, risotti, farro freddo e torte.

Si può anche servire come tartare se volete, tagliandola nei modi più disparati e usando come condimento un po’ di pepe, sale, limone e qualche erba aromatica se volete.

Proprietà

Ricordate che la trota è un alimento di origine animale poco energetico, ricco di proteine ad alto valore biologico e povero di grassi e colesterolo. Tali caratteristiche rendono la trota un prodotto eccellente da inserire nell’alimentazione ipocalorica per la riduzione dell’eccesso ponderale e di chi soffre di patologie metaboliche, in particolare l’ipercolesterolemia.

Coltivato dal 7.000 a.C e introdotto in questo territorio dai romani secoli fa, ecco una ricetta per esaltare questo alimento sano e biologico

Se il farro potesse parlare ne avrebbe di storie da raccontare. Pensate che è lui ad aver visto le prime civiltà della Mesopotamia cimentarsi nell’agricoltura e da quel pezzo di terra a metà tra il Tigri e l’Eufrate ha fatto migliaia di chilometri, fino ad arrivare sulle nostre tavole. Insieme al sale veniva utilizzato dai romani come “stipendio” per i centurioni e si hanno notizie di questo cereale anche nella Bibbia. In Garfagnana si coltiva da generazioni e qui nasce anche la variante I.G.P.

 

Tradizionalmente è sempre stato usato per la preparazione di torte e minestroni, ma oggi ve lo proponiamo sotto un profilo più raffinato. Prima di cominciare vogliamo ringraziare i nostri partner che hanno reso possibile la realizzazione di questa serie. Parliamo del punto vendita Castelli in Via Farini a Castelnuovo del gruppo Carreffour di A.Baiocchi, che ha fornito tutti i prodotti tipici che vedrete nei video, e Centro Casa di Bonaldi sempre a Castelnuovo in via Garibaldi, che ha messo a disposizione tutte le attrezzature per le preparazioni affrontate.

Ricetta

Vi consigliamo ovviamente di guardare il video e seguire tutti i trucchi e i consigli della nostra Rosa, con cui replicare questo piatto. I passaggi principali di questa ricetta prevedono la preparazione del brodo con sedano, carota, cipolla e un pomodoro a scelta. Da qui si passa alla tostatura del farro in una casseruola con un po’ di burro e separatamente si cuoce panna e pecorino per ottenere la guarnizione del piatto. Una volta ultimato il processo di tostatura si comincia a unire il brodo per la cottura tenendo a mente che, per questa ricetta, il fatto impiegherà circa 20-25 minuti per essere pronto. Aggiungiamo un po’ di pepe e mantechiamo per bene con la salsa preparata all’inizio e per questo passaggio finale bisogna ricordarsi di spegnere il fuoco.

Ingredienti:

250 g di farro

Burro

80 g formaggio pecorino

80 g di panna

Pepe QB

Sedano

Carota

Cipolla

Altre ricette con il farro

Questo alimento, che nell’episodio di oggi abbiamo trattato come chicco, è anche molto utilizzato nella sua variante macinata, la farina. Con lei è possibile sbizzarrirsi in varie preparazioni, sia dolci che salate. Pasta, basi di pasta frolla e altro ancora come deliziosi croissant per la colazione. Altra idea molto semplice e veloce da preparare sono le crespelle, crepes salate da farcire a piacere.

Impossibile non menzionare la torta a base di farro e il farro freddo, due ricette ottime per il periodo estivo con cui imbastire stuzzicanti aperitivi. Tra l’altro, proprio quest’ultimo, ha accompagnato i romani in lungo e in largo durante l’espansione del loro impero ed è stato letteralmente il carburante di orde di legionari che necessitavano di un alimento nutriente, facile da preparare, trasportare e razionare.

Proprietà

Dovete sapere che il farro ha un buon contenuto proteico, è privo di colesterolo, regala energia e favorisce il buon funzionamento dell’intestino grazie all’alto contenuto di fibre. Contiene vitamine A, C e del gruppo B, sali minerali come fosforo, magnesio, potassio e ferro. Ciò che rende davvero unico questo cereale, però, è l’elevata quantità di selenio che gli conferisce importanti proprietà antiossidanti. Studi recenti dimostrerebbero infatti come il consumo di farro sia associato a una riduzione del rischio di tumori, del declino cognitivo, di malattie cardiovascolari e di problemi alla tiroide.

Figlio di Vincente Piazzolla fu la madre Assunta Manetti, originaria di Sassorosso, a infondere un po’ di Garfagnana nel musicista argentino

Una storia partita agli inizi del Novecento, durante un periodo difficile, che vede la figlia di due emigranti in Argentina dalla frazione di Villa Collemandina incontrare, in quel di Mar de Plata, Vincente Piazzolla originario di Trani in Puglia. I due non sanno che la loro unione darà vita ad uno dei musicisti più importanti dei nostri tempi.

La conferma delle origini garfagnine di Piazzolla, tra l’altro, è molto recente. Basti pensare che il 18 maggio 2012, alle soglie delle commemorazioni del XX anniversario della scomparsa dell’artista, la pittrice argentina e fondatrice della Casa Latinoamericana, Ofelia Lachner è riuscita a trovare a Massa Sassorosso i documenti che certificano il luogo di nascita degli avi materni.

Musica, passione, creazione

L’autore del nuevo tango ha portato in scena elementi presi dalla musica jazz, dissonanze e altri elementi musicali innovativi. Piazzolla ha anche aggiunto l’utilizzo di strumenti che non venivano usati nel tango tradizionale, come l’organo Hammond, il flauto, la marimba, il basso elettrico, la batteria, le percussioni e la chitarra elettrica.

Con questo organico, integrato dalla sezione d’archi, nel maggio 1974, grazie ad una intuizione del suo manager e produttore storico, Aldo Pagani, ha realizzato a Milano l’album Libertango, uno dei suoi dischi più noti. L’orchestra, formata da musicisti italiani, comprendeva due tra i più apprezzati esecutori del periodo, che l’avrebbero in seguito accompagnato in altre significative avventure musicali: Pino Presti al basso elettrico e Tullio De Piscopo alla batteria.

Origini ritrovate

Grazie al progetto “Parco nel Mondo”, iniziativa del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano a cui partecipa anche il comune di Villa Collemandina, è stato possibile risalire alle origini garfagnine di Astor Piazzolla. Il progetto vuole offrire una sorta di cittadinanza affettiva ai nativi dei borghi.

“Questa notizia ci fa grande piacere – dice il sindaco Francesco Pioli – si tratta di una ulteriore conferma di quanto già oggetto di studio e approfondimento anche da parte di appassionati locali e studenti a livello universitario. Intensificheremo gli opportuni contatti con la famiglia e la Fondazione che porta il suo nome per valorizzare questo illustre personaggio che può riservare nuove occasioni di valorizzazione per il nostro territorio”.

Le celebrazioni

il borgo delle origini materne, tornerà dunque sotto i riflettori per una prestigiosa visita diplomatica: la Repubblica Argentina, oggi, ha inviato in rappresentanza a Massa Sassorosso i consoli generali a Roma e Milano per realizzare un omaggio alla straordinaria figura dell’artista. Ad accoglierli alle ore 12.00 – presso il “Largo Astor Piazzolla” – nei limiti delle norme anticovid, le autorità locali civili, militari e religiose, per una cerimonia dall’alto valore simbolico di fronte alla targa a lui dedicata.

Per consentire alla cittadinanza e agli appassionati e simpatizzanti in tutto il mondo di seguire il momento ufficiale che, causa emergenza Coronavirus, non potrà prevedere la presenza di pubblico, sarà disponibile la diretta sulla pagina facebook ParcoAppennino nel Mondo.